Il dramma di Lampedusa

Nuova strage di migranti al largo di Lampedusa, causata dal ribaltamento di una imbarcazione di appena otto metri dove erano stipati in una sessantina. I morti sono al momento otto. Tutte donne, una incinta di pochi mesi. Ma, avverte il Corriere, “i numeri sono destinati ad aumentare con il passare delle ore”. Stando al racconto dei 46 sopravvissuti salvati dalla Guardia costiera e dalla Guardia di finanza ci sarebbero infatti “una decina di dispersi”. E tra loro anche dei bambini. 
Repubblica segnala lo sconforto dei volontari attivi localmente. “C’è una Lampedusa solidale – si legge – che non arretra di un passo ed è sempre in prima linea al momento dell’accoglienza dei migranti al porto dell’isola, ma che adesso, dopo l’ennesimo naufragio, lancia l’allarme perché non sia un’altra estate di morte”. 

Repubblica intervista Faisal bin Farhan, ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita, impegnato in questi giorni in Italia. L’alto esponente di Riad si sofferma sul rapporto con l’Iran, esprimendo preoccupazione per il suo sostegno “ad attori non statali nella regione”, e chiede che nell’ambito del negoziato di Vienna si mettano al centro “sia la minaccia nucleare, sia la questione dei missili balistici”. A proposito di un possibile futuro riconoscimento di Israele commenta poi: “Credo che ora la priorità sia che Israele e Palestina tornino al tavolo negoziale”. 

Il Foglio parla di Henry Kissinger, l’européen, biografia di recente uscita in Francia con Gallimard. Sostiene Jérémie Gallon, che ne è l’autore: “C’è qualcosa di straordinario nel percorso di questo ragazzino ebreo tedesco, che nasce a pochi chilometri da Norimberga, cresce nel mezzo dell’inferno nazista e diventa il più grande diplomatico che gli Stati Uniti abbiano mai conosciuto”. Sul Riformista una recensione di Dio (Bollati Boringhieri), l’ultimo saggio di Stefano Levi Della Torre. “L’autore – si legge – si addentra in un terreno che, pur essendo collettivo e sociale, e occupando gran parte della storia, è rimasto nell’ombra di un privato coperto dal pudore, dalla vergogna o dall’indicibilità”.

Sulla Stampa Lucetta Scaraffia sostiene che il Covid abbia portato a un diverso modo di rapportarsi con i riti funebri, con la riscoperta di una dimensione religiosa più profonda e il declino di quelle che sono definite “cerimonie-spettacolo”.
A colpire la giornalista la lettura di un testo di Delphine Horvilleur, Vivre aver nos morts.

Sconcertante intervento pro-Hamas, via social, di Michela Murgia. “Gravissimo, ma per nulla strano” scrive il Foglio, parlando della scrittrice sarda come di una “notoria agit-prop” le cui sparate sono arrivate adesso a contemplare anche “le vette dell’islamo-fascismo”. Il Foglio e altri quotidiani riportano le parole di condanna della presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello. 

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(1 luglio 2021)