L’odio contro Israele corre sui social
C’è chi tifa per il movimento terroristico di Hamas e chi sceglie di dipingersi sulla suola la bandiera israeliana per calpestarla. Sui social network si dà libero sfogo all’odio, con bersaglio Israele. Da una parte la scrittrice Michela Murgia, dall’altra l’influencer Tasnim Ali. La prima ha pubblicato su Instagram una propria conversazione privata: un utente le chiede il suo pensiero sul conflitto tra israeliani e palestinesi, premettendo di sapere che è una questione complicata. “Non è affatto complicato. La penso come Hamas”, la sconcertante replica della scrittrice. Sempre su Instagram, Tasnim Ali, figlia dell’imam della moschea della Magliana a Roma, descritta come stella di Tik Tok, ha invece pubblicato un video girato a Milano che la ritrae calpestare la bandiera israeliana disegnata sotto le scarpe. Sia Murgia sia Ali hanno cancellato i rispettivi post, duramente criticati dal mondo ebraico, da Milano e Roma, e da diversi giornali.
Il Foglio ad esempio ha parlato di “vette dell’islamo-fascismo” in riferimento al commento della Murgia, riportando le parole di condanna della presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello. “Pensarla come Hamas – ha affermato – significa sostenere il terrorismo islamista, volere lo sterminio degli ebrei, la sottomissione delle donne e la lapidazione degli omosessuali”.
“Non basta cancellare il post e poi far finta che nulla sia accaduto”, sottolinea il presidente della Comunità ebraica di Milano Milo Hasbani in riferimento al caso Tasnim Ali. “Diffondere un messaggio d’odio contro Israele, potendo contare per di più su un grande bacino di utenti, è un fatto estremamente grave. E quello che ci aspettiamo non è che venga semplicemente cancellato il messaggio, ma che proprio non esista il pensiero anti-israeliano che l’ha originato. Quello è il vero problema”.