DafDaf 126 – Un’estate di libri
Si presenta già in copertina, sul numero 126 di DafDaf, l’ultima puntata della rubrica “Strega Comanda Color”. Sotto alla testata speciale che Paolo Bacilieri ha disegnato per le uscite estive del giornale ebraico dei bambini, l’illustrazione di Luisa Valenti è costruita proprio con uno dei due libri che presenta, “un leporello arcobaleno con carte fustellate di frutta e verdura, con cui fare giochi infiniti alla scoperta degli ibridi più strani”. L’altro, invece, “è un libro per i grandi e per chi le scienze le capisce bene solo se gli raccontano anche delle storie”. Si intitolano “Hello Tomato” e “La botanica del desiderio”, e mentre il primo è perfetto per giocare nelle lunghe serate estive il secondo è una miniera di informazioni curiose. Sulle mele, per esempio, come hanno già scoperto i giovani lettori di DafDaf.
Buona estate, buone letture!
Ada Treves twitter @ada3ves
The Apple of my eyes
Prima o poi dovevo parlarvi delle mele.
Tutta colpa di due bellissimi libri, che vi invito a scoprire, uno è un leporello arcobaleno con carte fustellate di frutta e verdura, con cui fare giochi infiniti alla scoperta degli ibridi più strani e l’altro è un libro per i grandi e per chi le scienze le capisce bene solo se gli raccontano anche delle storie.
Si intitolano “Hello Tomato” e “La botanica del desiderio”.
Col primo ho realizzato la foto in copertina e nel secondo ho letto le curiose informazioni sulle mele che seguono.
A volte si trovano mele stregate sui banchetti di dolci, non sono quelle di Biancaneve, ma si capisce perché quella tontolona abbia accettato l’ennesimo regalo da una vecchietta sconosciuta: sono lucide, rosse, belle e profumate, attraggono lo sguardo, ma stufano al primo morso per la loro dolcezza.
In inglese si dice “You’re the Apple of my eyes”, che, tradotto letteralmente, significa “Sei la mela dei miei occhi” , dove mela è la pupilla tondeggiante, per riferirsi ad una persona che per noi è importante.
L’ importanza delle mele è espressa anche nel detto “una mela al giorno toglie il medico di torno”, ma ricordatevi anche che la sua particolarità è di essere un frutto molto zuccherino e che, nell’antichità, scarseggiavano le cose dolci, infatti si usava il miele e non è proprio facilissimo prendere il miele alle api.
Così il melo ha sfruttato il bisogno di dolcezza dell’uomo per diffondersi in tutto il mondo partendo dal Kazakhstan.
Le mele, che oggi noi troviamo al supermercato, sono di varietà diverse, ma tutte perfette e uguali, se ne compriamo un sacchetto, le mele al suo interno avranno tutte lo stesso sapore; invece, se noi piantassimo tutti i semini di mela che ci sono in uno stesso frutto e aspettassimo la crescita degli alberi, le loro mele sarebbero tutte diverse per forma, grandezza e sapore.
Questa caratteristica si chiama “eterozigosi”, pure noi siamo sempre un po’ diversi dai nostri genitori, ma i meli di più, per loro si può dire che il seme cade molto lontano dall’albero.
Per ottenere mele uguali si deve procedere a un innesto, che non è altro che la tecnica di clonazione delle piante.
Noi mangiamo mele clonate ed è per questo che le loro piantagioni han bisogno di molti trattamenti coi pesticidi, perché, mentre i parassiti continuano ad evolversi, le piante di un frutteto restano identiche di generazione in generazione e si indeboliscono.
Sapendo che l’albero che faceva piccole mele verdi nel giardino dei miei nonni era unico, perché non l’ha innestato nessuno e fu tagliato, mi sento un po’ triste, ma anche un po’ speciale per averne gustato i frutti, per cui, quando capiterà anche a voi di poter assaggiare una mela selvatica, assaporate bene, lanciate qualche semino lontano dall’albero ed esprimete un desiderio.
Ciao, dalla vostra SCC
Luisa Valenti
(4 luglio 2021)