Sinagoga di Reggio Emilia,
l’accordo con il Meis:
“Un progetto per la formazione”
Tra i grandi edifici simbolo dell’emancipazione ebraica post-risorgimentale, la sinagoga di Reggio Emilia ha cessato da tempo la propria funzione precipua. Resta però, con il contributo anche della Comunità ebraica modenese di cui Reggio è sezione, un importante baluardo a livello culturale, educativo, didattico. Una vocazione rilanciata da una recente convenzione con il Comune che ha affidato ad Istoreco, l’Istituto per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea, la gestione quinquennale di questi spazi su un piano scientifico e operativo.
Sulla strada della tutela e valorizzazione si innesta ora un nuovo accordo, siglato nelle scorse ore proprio all’interno della sinagoga, tra lo stesso Istoreco e il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara. “Un rapporto privilegiato rivolto alla formazione” ha affermato il direttore del Meis, rav Spagnoletto, prima di apporre la propria firma sul documento. Al suo fianco Arturo Bertoldi, presidente di Istoreco, e Matthias Durchfeld, co-direttore dell’Istituto.
Tra gli obiettivi favorire “una migliore conoscenza storica dell’ebraismo italiano e della Shoah in Italia e in Europa” e una cultura “basata sul rispetto reciproco, che ispiri ognuno a combattere i pregiudizi razziali e ogni forma di discriminazione, operando per la difesa dei diritti inviolabili della persona”, oltre alla crescita di un’identità comune europea “basata sulla pace, sulla solidarietà, sulla partecipazione civile e democratica, sulla giustizia sociale e sul dialogo, con l’obiettivo di ispirare i giovani a difendere questi valori e a farsi protagonisti del futuro”. Saranno così intraprese iniziative “mirate in modo specifico a giovani e studenti, insegnanti, operatori culturali e formatori” e attività di ricerca e documentazione. Saranno poi potenziati “gli strumenti rivolti allo studio, alla formazione e alla riflessione sul significato dell’ebraismo italiano e della Shoah, per trarne insegnamento e favorire la partecipazione democratica volta a contrastare ogni forma di pregiudizio, di razzismo e di xenofobia; si creeranno reti internazionali e locali “per lo scambio delle esperienze, la valorizzazione dei patrimoni archivistici e bibliotecari, la realizzazione di progetti comuni; si promuoveranno eventi per un ampio pubblico “incentrati sul rapporto tra storia ed ebraismo, sulla cultura ebraica in Italia e sulla Shoah, nonché su temi quali i diritti umani, la pace e la difesa delle libertà”.
La firma ha rappresentato il momento conclusivo, simbolico ma anche pratico, di un evento segnato da numerosi interventi. Con rav Spagnoletto che ha spiegato la genesi e le specificità dell’istituzione sinagoga. E Durchfeld che si è soffermato nello specifico su quella reggiana, al centro anche di un suo approfondito studio. Significativi, a distanza, anche i contributi del sindaco Luca Vecchi, del rabbino capo Beniamino Goldstein, della direttrice del Museo ebraico di Bologna Vincenza Maugeri. A moderare la serata Alessandra Fontanesi di Istoreco.
“Fare rete sul territorio emiliano è una priorità”, ha sottolineato rav Spagnoletto. “La regione – ha poi ricordato – è stata per secoli il cuore pulsante dell’ebraismo italiano e custodisce antiche sinagoghe, oggetti, documenti e storie tutte da riscoprire”.
Storie da riscoprire. E passi e voci che idealmente tornano a riecheggiare. “Nulla – spiega rav Goldstein – può sostituire la presenza vitale di una Comunità. Abbiamo comunque un compito da svolgere: portare avanti il racconto di una storia e di una vita ebraica”.
(5 luglio 2021)