“Marx e l’antisemitismo,
prospettiva da correggere”

Non è vero che Karl Marx fosse indifferente al tema dell’antisemitismo. Era anzi consapevole della complessità di un problema che non vedeva come corpo estraneo alla società, ma come parte profonda di essa. Una capacità analitica che l’ha portato ad essere tra i primi a teorizzare la drammatica piega che l’odio antiebraico andava assumendo nella “nuova società borghese”.
È la tesi che sta alla base della tesi di dottorato “Karl Marx e l’antisemitismo moderno”, discussa in queste ore da Manuel Disegni presso l’Università degli Studi di Torino. Giornalista professionista, formatosi con un praticantato nella redazione giornalistica UCEI, Disegni ha aperto una nuova prospettiva sul filosofo di Treviri. Un lavoro ricco di spunti e sfumature inedite.
Afferma al riguardo: “Generalmente il dibattito su Marx e l’antisemitismo vede due fronti contrapposti: chi lo ritiene un propugnatore di determinati veleni e chi invece sostiene che la questione poco lo interessasse. In questi anni di studio e insegnamento a Berlino, tra Humboldt e Freie Universität, mi sono reso conto quanto avesse in realtà un peso centrale nel suo pensiero. Molto più significativo, in genere, di quanto si pensi”.
Ad esaminare Disegni, che ha ottenuto 110 e lode, una commissione presieduta dalla filosofa Donatella Di Cesare e di cui facevano parte anche i docenti Giovanni Bonacina e Vittorio Morfino. L’elaborato dovrebbe trovare a breve la strada della pubblicazione.
Un grande Mazal Tov a Manuel da tutta la redazione di Pagine Ebraiche!