Premio Mondello, Forti tra le vincitrici

“Ecco com’è andata. Mia madre pochi mesi prima di morire mi ha detto che non ero figlia dell’uomo che mi aveva cresciuta. Era da qualche giorno che ci girava intorno, che insisteva con il solito gioco della paternità, un gioco sfibrante che ha fatto per tutta la vita: lasciarmi intendere velatamente che quello non era il mio vero padre. Buttava lì una parola, un’allusione, e quando chiedevo chiarimenti ritrattava. Mi piacerebbe poter dire che negli ultimi tempi era malata di Alzheimer, che farneticava e non era in sé. Mi piacerebbe giustificarla, nobilitarla con un’improvvisa demenza senile, un ammattimento dovuto all’età e alle medicine. Invece era terribilmente lucida. Lucida e spietata”.
Inizia così un libro importante, tra i più intensi usciti recentemente: Forse mio padre (ed. Giuntina), dell’attrice e drammaturga Laura Forti. Un viaggio, tra detti e non detti, alla ricerca del proprio padre biologico. Il fidanzato dei quindici anni della madre “incontrato nella fuga in campagna durante l’occupazione nazista”.
I mesi della persecuzione antiebraica, le complesse sfumature dell’identità, il difficile rapporto madre-figlia. Forse mio padre è un libro schietto e dal quale è difficile staccarsi, premiato in queste ore con un prestigioso riconoscimento: la vittoria della quarantasettesima edizione del Premio Letterario Internazionale Mondello.
Tra i vincitori, nella sezione Opera Italiana, anche Giulio Mozzi con Le ripetizioni (Marsilio) e Alessio Torino con Al centro del mondo (Mondadori).