Giona e Pinocchio
Le pressioni ideologiche sull’attività musicale in Unione Sovietica, dalla composizione alla performance, creavano inevitabilmente cortocircuiti e traumi in numerosi musicisti; a farne le spese erano coloro che difficilmente si allineavano alle prescrizioni del Partito comunista e, in tal caso, il talento, la tenuta psicologica nonché la vita privata del musicista erano messi a dura prova.
La componente ebraica era facilmente considerata una pericolosa “aggravante”.
Nel 1937 il violinista ebreo sovietico Mikhail Izrailevich Fichtenholz fu uno dei vincitori del prestigioso Concorso Internazionale E. Ysaye insieme a David Oistrakh, Boris Goldshtein e Yelizaveta Gilels; Fichtenholz sposò la figlia di un alto funzionario governativo il quale, durante la feroce repressione staliniana tra le due Guerre – le cosiddette Grandi Purghe – fu giustiziato come “nemico del popolo”.
I suoi parenti caddero in disgrazia, Fichtenholz poteva salvarsi divorziando ma si rifiutò di farlo; tutti i suoi concerti furono immediatamente cancellati, la tensione nervosa e il dramma interiore furono tali che una delle sue mani cedette sino a non essere più in grado di imbracciare il violino.
Fikhtengoltz finì per dedicarsi all’arrangiamento di pezzi tradizionali e all’insegnamento presso il Conservatorio Gnessin di Mosca sino a quando uno psicoterapeuta lo prese in cura e, sorprendentemente, riuscì a ridare mobilità alla sua mano traumatizzata; dopo 23 anni di forzata pausa, Fikhtengoltz riprese a studiare giorno e notte per recuperare il tempo perduto e tornò a suonare in pubblico ma lo sforzo gli fu fatale, morì di infarto a 65 anni.
Il cantante sovietico Pyotr Konstantinovich Leshchenko (foto a fianco) era il più grande interprete del “Serdtse”, genere di tango eseguito in lingua russa anziché spagnola; Yefim Sklyarov, Oscar Strok e Mark Maryanovsky componevano appositamente per lui.
Trasferitosi in Romania, si esibiva altresì per emigrati russi anti-bolscevichi e nobiltà europea, la nomenclatura stalinista bandì la sua arte dato che tango e foxtrot erano ritenuti generi musicali controrivoluzionari; ma Leshchenko era molto popolare in Unione Sovietica, le sue canzoni erano ascoltate clandestinamente su Radio Teheran, i suoi dischi 78 giri circolavano di contrabbando.
A Odessa occupata dalle truppe rumene inquadrate nell’Asse, Leshchenko ricevette un’accoglienza trionfale con file interminabili di gente ad acquistare i biglietti dei suoi concerti; la Romania cambiò schieramento durante la Guerra, l’Armata Rossa entrò a Bucarest ma sia Leshchenko che la sua seconda moglie Vera Georgievna Belousova (conosciuta a Odessa) non furono arrestati.
Tuttavia nel 1951, poco tempo dopo aver ottenuto ufficialmente il permesso di stabilirsi nuovamente in Unione Sovietica, Leshchenko fu arrestato e trasferito in un penitenziario presso Bucarest mentre sua moglie fu estradata in Unione Sovietica e condannata ai lavori forzati; Leshchenko morì nel luglio 1954 presso l’ospedale del penitenziario di Târgu Ocna, sua moglie era già stata rilasciata ma ignorava che suo marito fosse ancora vivo (morì nel dicembre 2009).
Chi non ricorda il Pinocchio di Carlo Collodi (pseudonimo del giornalista e scrittore fiorentino Carlo Lorenzini) che si fa ingoiare dal terribile Pesce-cane (la balena Monstro nella ricostruzione cartoon di Walt Disney del 1940) pur di cercare suo padre Geppetto? Sembra la rivisitazione fiabesca di Giona ingoiato dal Leviatano mentre era in viaggio alla ricerca del re di Ninive.
Chiunque sia consapevole di avere una missione nella propria vita si espone a pagarne un caro prezzo pur di perseguirla; il musicista è alla ricerca delle sue radici, di suo padre che lo ha letteralmente estratto vivo dalla materia per dargli un nome, un volto, una missione.
Perché questa musica sia redenta, occorre farsi ingoiare vivo da essa, sentirne le membra interne, ballonzolare nella sua mostruosa pancia; se un musicista ha una missione, nessun Pesce-cane o Leviatano al mondo potrà mai stritolarlo tra le sue fauci.
Invero sopravviverà e suonerà questa musica per sempre.
Francesco Lotoro
(7 luglio 2021)