Il giallo di Mishani

“Lo sa perché non ci sono romanzi polizieschi in ebraico? Perché in Israele nessuno scrive libri sul genere di Agatha Christie o di “uomini che odiano le donne”? Perché qui non esistono delinquenti del genere. Niente serial killer, niente rapimenti, pochissimi stupratori che aggrediscono le donne per strada. Qui da noi, quando c’è un delitto, di solito è stato il vicino, lo zio, il nonno e non ci vogliono grandi indagini per scoprire il colpevole e sciogliere il mistero. Quello che manca qui da noi è proprio il mistero. La soluzione giusta è immancabilmente la più semplice.”
Queste affermazioni sono tratte dall’inizio del libro, ormai fuori edizione, Un caso di scomparsa (Guanda, 2011) dell’autore ed ex editorialista di Haaretz Dror Mishani.
Mio padre sostiene che nel mondo ebraico i fatti di sangue siano rari, non conosco granché a questo proposito il contesto israeliano, ma è pur vero che in Israele almeno nella fiction il genere giallo non sia così diffuso e del resto Mishani è un giallista anomalo. Un caso di scomparsa, come altri romanzi, si svolge intorno alla periferia sud di Tel Aviv, tra i caseggiati popolari di Bat Yam e Holon, luoghi che il turista raramente incontra nei suoi viaggi in Eretz. Quello di Mishani è un giallo psicologico che scava nella psiche dei personaggi coinvolti, nelle relazioni familiari e nell’intimo dello stesso protagonista, l’ispettore Avraham Avraham. Un detective dal doppio nome quasi ironico, fuori dagli schemi, affatto scaltro e infallibile a differenza di altri suoi simili romanzeschi, profondamente inquieto.
Dror Mishani offre soprattutto un ritratto quasi sconosciuto della società israeliana, della sua quotidianità e delle sue realtà periferiche, lontane dalle consuete spy story e dai temi legati al conflitto con i vicini. In una recente intervista al Manifesto, l’autore affermò di essere quello che “sbircia attraverso il buco della serratura delle diverse case israeliane”. Sarebbe interessante scoprire se anche chi in maniera denigratoria ha continuamente sulla bocca gli israeliani sbirci mai un po’ nelle loro case.

Francesco Moises Bassano

(9 luglio 2021)