“Emilio Ottolenghi, un protagonista
anche in campo ebraico”

Al cimitero ebraico di Torino, nella tomba di famiglia, l’ultimo saluto a Emilio Ottolenghi, grande imprenditore illuminato scomparso a Bologna dove aveva vissuto per la gran parte della sua vita. Insieme alla moglie Nicoletta e ai tre figli Guido, Alberto ed Emanuele e ai nipoti, si sono stretti tanti parenti e amici venuti da tutta Italia.
La cerimonia, guidata da rav Luciano Caro e da rav Alberto Somekh, ha avuto, insieme alle preghiere, l’importanza e il valore di ricordare un uomo dalle capacità straordinarie, non solo imprenditoriali e nel mondo bancario, ma soprattutto nel grande amore per la famiglia e per l’ebraismo e le sue istituzioni, cui da sempre ha collaborato.
Sin dagli anni della ricostruzione Ottolenghi ha partecipato attivamente alla vita dell’ebraismo italiano, e bolognese in particolare, ritenendolo un impegno prioritario, al pari di quello per il lavoro e per la famiglia
E la sua presenza discreta, equilibrata, saggia e anche ironica è stata ricordata nelle parole dei rabbini e nel messaggio di Dario Disegni, presidente della Comunità ebraica di Torino, la sua città di origine. E nel saluto che, a nome di tutto l’ebraismo italiano e della Presidente UCEI, ha portato Giulio Disegni, vicepresidente dell’Unione, che ha tenuto a ricordare soprattutto l’impegno di Ottolenghi negli anni difficili della transizione dal vecchio sistema che guidava l’ebraismo italiano al nuovo sistema caratterizzato dall’Intesa tra l’Unione delle Comunità e lo Stato italiano. Erano presenti anche il vicepresidente UCEI Giorgio Mortara e l’assessore David Menasci
E poi il ricordo dei tre figli. Un ricordo commovente appassionato e anche diversificato nelle memorie e negli affetti personali di ciascuno di loro.
Alla fine il ringraziamento della moglie.
Sia il suo ricordo di benedizione

(13 luglio 2021)