Lotta al Covid, la scelta di Israele:
terza dose per gli immunodepressi
Con oltre 700 contagi nelle ultime 24 ore, Israele torna sui livelli registrati a marzo (anche se con molti meno casi gravi rispetto ad allora). Una situazione che suscita allarme anche alla luce dell’ottimo esito della campagna di vaccinazione, la più brillante a livello globale. Dei nuovi contagiati, ben il 53% erano vaccinati o già contagiati guariti in precedenza dal Covid. Nel 90% dei casi si tratterebbe di infezione da variante Delta, sempre più diffusa anche nel resto del mondo (Italia compresa).
Per correre ai ripari il ministero della Salute ha autorizzato alla somministrazione di una terza dose del vaccino Pfizer agli immunodepressi. Tra le categorie interessate dal provvedimento chi ha subito trapianti di cuore, polmoni, fegato, midollo osseo o reni.
Sul tavolo di un vertice dedicato al virus, in programma nelle prossime ore, anche l’ipotesi di un dimezzamento della quarantena per chi è stato esposto al Covid o è di ritorno dall’estero: si passerebbe da 14 a sette giorni. Secondo la stampa israeliana, una mossa concordata dal Primo ministro Naftali Bennett con il ministro Nitzan Horowitz.
Negli scorsi giorni il ministero aveva reso noto gli esiti di una ricerca scientifica secondo la quale l’efficacia del siero contro la variante sarebbe al 64%.