“Ventennale di Durban 2001
una conferenza dell’odio”
Per rendere più efficace la lotta all’antisemitismo due le richieste ai governi del neo presidente israeliano Isaac Herzog: l’adozione di misure repressive più stringenti, ma anche della definizione operativa dell’International Holocaust Remembrance Alliance. L’occasione di questo appello è stato il settimo Global Forum for Combating Antisemitism, organizzato dal ministero degli Esteri insieme a quello Diaspora.
“L’odio è diffuso anche da organizzazioni enormi che inclinano la bilancia contro gli ebrei e il loro diritto all’autodeterminazione con un proprio stato nazionale” ha affermato Herzog, puntando il dito con chi irresponsabilmente si muove in questo senso sia offline che online (come nel caso dei social network, richiamati nel suo intervento). A preoccupare anche il prossimo ventennale della Conferenza di Durban: un evento che, come già l’iniziativa del 2001, si annuncia “nel segno dell’odio” e di una velenosa retorica antisemita e antisionista che ha già portato alcuni Paesi ad annunciare in modo ufficiale la propria defezione (tra gli altri Usa, Inghilterra e Canada).
A fare gli onori di casa al Global Forum apertosi ieri sera il ministro degli Esteri Yair Lapid: “Per troppo tempo – le sue parole – siamo stati sulla difensiva. Per troppo tempo abbiamo pensato che raccontare chi sono gli ebrei avrebbe impedito agli antisemiti di odiarci ulteriormente. Il mio suggerimento è di cambiare paradigma: è il momento di spiegare la vera storia degli antisemiti; di dire al mondo contro cosa lottiamo”. Ha poi aggiunto Lapid: “la Shoah è la manifestazione estrema dell’odio, non c’è stato nulla di simile nella storia dell’umanità; l’antisemitismo però esiste ancora”. Per contrastarlo – il suo messaggio – serve un’alleanza tra tutte le persone convinte “che sia sbagliato perseguitare qualcuno in ragione del suo credo, del sesso, dell’orientamento, della nazionalità, del colore della pelle”. Sempre tenendo fermo un principio: “La lotta non è tra antisemiti ed ebrei. Ma tra chi odia e chi crede nei valori di uguaglianza, giustizia e libertà”.
(Nell’immagine l’intervento del ministro Lapid)