Green Pass, verso il decreto
Per contrastare gli effetti della variante Delta e la risalita dei contagi è sempre più probabile l’estensione del Green Pass, tramite decreto, a mezzi di trasporto, stadi e discoteche. Ancora incertezza invece sui ristoranti al chiuso (anche se si va verso quella opzione). Il tema sarà affrontato nella prossima cabina di regia del governo. I nuovi provvedimenti dovrebbero entrare in vigore al più tardi a fine mese. Gran parte dei recenti infettati, si apprende intanto, appartengono alla galassia dei “no vax”. Un problema che torna a farsi molto serio. Sette del Corriere dedica un ritratto a una delle figure più imbarazzanti: l’europarlamentare leghista Francesca Donato, che ha proposto un paragone tra lo slogan “Il vaccino rende liberi” e la scritta “Arbeit macht frei” posta all’ingresso dei campi di sterminio. Per il Memoriale di Auschwitz strumentalizzare quelle parole “è un triste sintomo di declino morale e intellettuale”.
Sul Corriere si torna a parlare dell’accordo sul nucleare iraniano, con l’attenzione rivolta a tutti i Paesi coinvolti o che seguono da vicino il negoziato. Compreso Israele, “fortemente contrario a ogni compromesso con Teheran”. L’accordo viene dato in dirittura d’arrivo. A meno che Khamenei “alzi le sue pretese e metta con le spalle al muro un Biden che non può ignorare dei tutto le preoccupazioni israeliane”. Oppure che Biden “voglia mettere sul tavolo i missili balistici e la politica regionale iraniana, il che sarebbe inaccettabile per Khamenei”.
Repubblica racconta come Tokyo si sta avvicinando all’appuntamento olimpico. Fuorviante il paragone scelto per illustrare le severe misure anti-Covid disposte dal governo. “Non lo vogliono lo sport del mondo qui”, scrive la giornalista. “L’apartheid inizia dal cartello appeso sull’ascensore di un hotel: stranieri, non salite con i giapponesi. Altro che #StrongerTogether. Sembra di essere tornati indietro nel tempo: vietato ai cani, ai neri e agli ebrei”.
Aperta formalmente la procedura d’infrazione contro Polonia e Ungheria. Con Varsavia in particolare, sottolinea La Stampa, lo scontro giuridico si alza di livello. Ieri la Corte di Giustizia della Ue ha infatti “bocciato il nuovo regime disciplinare per i giudici della Corte Suprema e ha ordinato di intervenire immediatamente per rettificare le disposizioni vigenti”. Una richiesta che rischia di cadere nel vuoto perché, si ricorda, “la Corte costituzionale polacca ha messo in discussione il primato del diritto Ue”.
La procura di Roma ha chiesto l’archiviazione per Elio Lannutti, il senatore ex Cinquestelle denunciato dalla Comunità ebraica per alcune intemperanze via social. A riportarlo è il Fatto Quotidiano. In un suo intervento sulle “13 famiglie che comandano il mondo” aveva evocato il falso storico antisemita dei Savi di Sion e Mayer Amschel Rothschild, definendolo “l’abile fondatore della famosa dinastia che ancora oggi controlla il Sistema Bancario Internazionale”.
Per il pm Erminio Amelio si è trattato di legittimo esercizio del “diritto di critica”. Una decisione, quella della procura, che appare incomprensibile e inquietante.
Sulle pagine romane di Repubblica è pubblicata una cronaca dell’incontro con Edith Bruck, organizzato dalla Fondazione Museo della Shoah a Palazzo Mattei di Giove. “Una testimonianza – si legge – di grande valore umano”.
Il Venerdì segnala la campagna social della Fondazione Fossoli, che si è messa alla ricerca di “taccuini, appunti sparsi, lettere, fotografie, quaderni, oggetti di chi passò dal campo di concentramento, fu internato e riuscì a scappare o invece venne deportato”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(16 luglio 2021)