Il Green pass per l’Italia

A partire da lunedì dovrebbe essere introdotto il sistema dei Green pass obbligatori: con una dose di vaccino sarà possibile accedere a tutti i luoghi al chiuso, compresi i ristoranti, mentre dove c’è rischio assembramento si potrà entrare dimostrando di avere la doppia dose. “Spetterà ai componenti della cabina di regia, convocata per questa mattina a palazzo Chigi, definire gli ultimi dettagli prima del consiglio dei ministri che approverà il decreto da far entrare subito in vigore – spiega il Corriere della Sera – Ma la linea è tracciata, nonostante le resistenze del leader della Lega, Matteo Salvini. E sarà il presidente del consiglio, Mario Draghi, a illustrare le nuove misure, probabilmente già questa sera, con una conferenza stampa”.

Verso le Olimpiadi. A poche ore dalla cerimonia d’inaugurazione il comico Kentaro Kobayashi, il direttore dello show, è stato rimosso dall’incarico. Tutto nasce da un comunicato del Simon Wiesenthal Center, che ha evidenziato come in passato abbia ironizzato in modo improprio sulla Shoah, oltre che sulle persone con disabilità. Il comitato organizzatore ha preso atto di ciò e lo ha subito destituito. Kobayashi non ci sarà quindi all’inaugurazione di domani, che vedrà, scrive Repubblica, una cerimonia “sobria, poco effervescente, senza effetti speciali”. Il quotidiano spiega poi che le nazioni sfileranno secondo l’ordine del “sillabario giapponese quindi l’Italia entrerà quasi subito, in 18a posizione, tra Israele e Iraq, a fare da cuscinetto tra due Paesi che non si amano”.

Pegasus e la diplomazia. “Dove arrivava Benjamin Netanyahu, arrivava Pegasus. Un filo rosso lega i Paesi che hanno utilizzato lo spyware ideato dall’israeliana Nso e i viaggi all’estero l’ex premier israeliano”. È quanto scrive La Stampa, che riprende una tesi del quotidiano Haaretz secondo cui ci sarebbe un legame tra le missioni estere dell’ex Premier Netanyahu e a quali nazioni sia stato venduto il software spia Pegasus. Per Israele ora il software – che veniva venduto attraverso una licenza gestita dal governo israeliano – è passato dall’essere un utile strumento a un problema serio, tanto che, spiega il Foglio l’esecutivo di Gerusalemme “ha creato una squadra per gestire l’impatto molto dannoso” di tutta questa vicenda (l’uso illecito dello spyware da parte di alcuni paesi a cui è stato venduto). Secondo Gad Lerner (Fatto Quotidiano), “La reputazione della democrazia israeliana ne esce gravemente macchiata, essendo impensabile che Nso abbia ceduto i suoi segreti di cybersecurity all’insaputa del suo governo”. Nella lista delle persone che sarebbero state spiate attraverso Pegasus, il Washington Post ha inserito anche l’ex Premier Romano Prodi. Ne parla oggi il Giornale, che spiega che il sospetto è che sia stato il Marocco a infiltrarsi nel cellulare dell’ex Presidente del Consiglio italiano.

Gelati e politica. Continua a tenere banco la decisione dell’azienda americana di gelati Ben & Jerry’s di non vendere più i propri prodotti negli insediamenti israeliani in Cisgiordania. Il Primo ministro Bennett ha condannato la decisione così come il ministro degli Esteri Lapid. “Con questa decisione vergognosa si è arresa al peggiore antisemitismo”, ha dichiarato Lapid in riferimento all’azienda. Il ministro, spiega il Corriere, ha chiesto poi ai governatori Usa di intervenire e far valere le leggi anti-boicottaggio che diversi Stati americani hanno adottato. Per il momento l’amministrazione Biden si tiene fuori dalla partita, ma dichiara di essere contraria a ogni forma di boicottaggio.

Le Olimpiadi del passato. In attesa delle gare di questa edizione, i quotidiani raccontano le Olimpiadi del passato. Il Corriere lo fa intervistando il nuotatore americano Mark Spitz, vincitore di 7 medaglie in un’unica edizione. Spitz era alle tragiche Olimpiadi di Monaco del 1982. “II 5 settembre 1972, a Monaco, gareggiavo. – il suo racconto – Sono in conferenza stampa, mi dicono: hai sentito cosa è successo? Blindarono il villaggio, in quanto atleta ebreo americano mi scortarono in un posto sicuro. Volai a Londra. Da lì ho saputo degli atleti morti e dei palestinesi del commando in fuga”.

Daniel Reichel