Lecito e accettabile

In un paese normale non si potrebbe che essere felici per un calciatore che sceglie di presentarsi ai compagni cantando Bella ciao.
In un paese normale non si potrebbe che essere fieri se il canto più significativo della nostra lotta di liberazione è diventato un simbolo per tutti i popoli e viene cantato in tutto il mondo in moltissime lingue (per chi non lo sapesse, esiste anche una versione in ebraico).
In un paese normale sarebbe considerato del tutto assurdo contestare un calciatore perché ha cantato Bella ciao, e sarebbe considerato assurdo anche dichiarare una sorta di neutralità tra chi canta Bella ciao e chi lo contesta inneggiando al fascismo.
In un paese normale in cui si festeggia ogni anno la Liberazione sarebbe logico aspettarsi che un canto della liberazione sia un canto di tutti e non sia considerato il segno di un’appartenenza politica, tanto più se si tratta di un testo piuttosto neutro, che non parla di bandiere rosse o simili ma solo della lotta contro un generico invasore (termine fin troppo vago, tanto che qualcuno è arrivato a identificare l’invasore con un treno ad alta velocità; e si potrebbe fare anche di peggio).
A quanto pare in Italia ciò che è o non è lecito non coincide con ciò che è o non è considerato accettabile. Inneggiare al fascismo non è lecito ma in alcuni contesti è accettabile, cantare una canzone partigiana è ovviamente del tutto lecito ma in alcuni contesti non sembra essere accettabile.
Allo stesso modo ciò che può o non può essere insegnato a scuola secondo la mentalità comune non necessariamente coincide con ciò che è o non è vero: informazioni imprecise, o addirittura false trovano spesso posto nei libri di testo senza suscitare troppo scandalo (sugli ebrei se ne dicono di tutti i colori ma probabilmente se fossi più colta noterei gravi scorrettezze su qualunque argomento), mentre altre informazioni non solo veritiere ma anche facilmente verificabili sono guardate con sospetto. Ma questo è un lungo discorso, su cui varrà la pena di ritornare in futuro.

Anna Segre

(23 luglio 2021)