“No vax, folli
i paragoni con la Shoah”
L’intervista rilasciata da Liliana Segre a Pagine Ebraiche sui paragoni impossibili tra Shoah e le disposizioni sui vaccini ha ricevuto grande attenzione online e sulla carta stampata (oggi, tra gli altri, Repubblica, Corriere, Stampa, Avvenire, Giornale). Tutti i maggiori siti e testate d’informazione hanno ripreso l’intervento senza appello della senatrice a vita e sopravvissuta ad Auschwitz contro il mondo no vax. “Sono follie, gesti in cui il cattivo gusto si incrocia con l’ignoranza”, le parole di Segre rispetto al tentativo di chi è contro Green pass e vaccini di associare le odierne misure del governo italiano alla persecuzione contro gli ebrei. Intanto proprio contro i no vax scesi in piazza – che Segre invita “a stare a casa e a non danneggiare gli altri” – si sta muovendo il Viminale. Come spiega il Corriere, non sono i numeri, comunque ridotti, di queste manifestazioni. “A preoccupare è soltanto quello che potrebbero fare le formazioni di estrema destra che – evidenzia il quotidiano – certamente stanno fomentando la protesta”. La linea del ministero dell’Interno è di non vietare i raduni (e domani ne sono previsti in tutta Italia), ma di introdurre regole molto stringenti per chi vi partecipa e multe severe per i trasgressori.
A scuola da vaccinati. Intanto il governo si muove anche per garantire un ritorno a scuola a settembre in sicurezza. Per farlo, il Presidente del Consiglio Draghi sembra sempre più orientato ad introdurre l’obbligo vaccinale per il personale scolastico. A favore Pd e Forza Italia (con il leader Silvio Berlusconi che oggi sul Corriere ribadisce che “opporsi ai vaccini non è libertà”), contrari Lega e 5 Stelle. Anche in Israele si guarda alla scuola, racconta oggi il Foglio, spiegando come il paese si stia muovendo su questo fronte: “Il governo ha condotto una campagna per vaccinare il maggior numero di ragazzi con più di dodici anni e potrebbe richiedere a chi non è vaccinato di presentare un test negativo prima di entrare a scuola”, scrive il Foglio, raccontando delle diverse proposte in campo per garantire un ritorno in presenza degli studenti israeliani. Rispetto ai minori, tornando in Italia, la presidente della Società italiana Annamaria Staiano, intervistata da La Stampa, sottolinea che l’avanzare della variante Delta deve suggerire a tutti genitori di “vaccinare i propri figli appena possibile, perché è importante arrivare all’inizio della scuola con i ragazzi coperti con due dosi”. E aggiunge, “La nostra raccomandazione per ora riguardala fascia 12-18 anni, quella per cui sono stati autorizzati dall’Ema i vaccini Pfizer e Moderna. Un domani la vaccinazione potrebbe coinvolgere anche i più piccoli”.
Tempo da non sprecare. Ancora sulla pandemia, Sergio Harari in apertura del Corriere invita, attraverso i numeri, a mettere da parte scetticismi e critiche a Big Pharma e vaccinarsi. “Siamo ancora in tempo per fermare la marcia del virus e il green pass, con l’accelerazione che ha impresso alla campagna vaccinale, può diventare determinante, ma il risultato finale dipende ancora una volta dal senso di responsabilità di tutti noi”, scrive Harari. Più netto Mattia Feltri nel suo Buongiorno (La Stampa) che evidenzia quanto sia una perdita di tempo seguire “l’accattivante disputa sul fascismo dei vaccinisti contro il fascismo degli antivaccinisti”. E come la vera notizia arrivi dal Regno Unito dove “l’infezione da coronavirus continua a calare” grazie alla campagna vaccinale.
Tunisia, democrazia sospesa. In un paese stremato da Covid e crisi economica, dopo giorni di manifestazioni di piazza, il presidente della Tunisia Kais Saied ha deciso per il licenziamento del premier Hichem Mechichi, il congelamento del Parlamento per trenta giorni, la sospensione dell’immunità ai deputati, l’arrogazione a sé dei massimi poteri giudiziari. Una svolta di cui parlano i quotidiani oggi, raccontando la figura di Saied (“Robocop: parla come un automa e in nome del popolo sospende il Parlamento”, scrive il Corriere) e di come il suo pugno di ferro sia contestato dagli islamisti, che parlano di golpe, ma appoggiato da una parte delle popolazione e dai militari (Stampa e Repubblica).
Olimpiadi e propaganda. Il Foglio riflette sui casi di boicottaggio contro Israele da parte di alcuni atleti di paesi islamici alle Olimpiadi (è accaduto nel judo) e li contrappone alla storia di Kimia Alizadeh, campionessa di taekwondo. “Ai Giochi di Londra era stata la prima donna iraniana a conquistare una medaglia olimpica. Poi, un anno fa, Alizadeh era fuggita dicendo che il governo iraniano non l’avrebbe più utilizzata ‘per fare propaganda’. Si è stabilita in Germania con lo status di rifugiata. Ora a Tokyo, nella squadra dei rifugiati, ha sconfitto l’iraniana Nahid Kiani. – scrive il Foglio che poi conclude – La pace con Israele sarà autentica, e non soltanto di carta, quando tanti atleti, anziché seguire i diktat dei propri regimi, faranno come Alizadeh e si ribelleranno alla propaganda”.
Segnalibro. Repubblica presenta il volume La via di fuga, scritto da Philippe Sands, un avvocato e docente di diritto inglese, e dedicato alla figura di Otto von Wächter: “governatore della Galizia responsabile del genocidio di migliaia di ebrei. Caduto Hitler, riuscì a riparare a Roma grazie alla complicità del Vaticano. Ma poi morì in modo oscuro”. Il Giornale dedica invece un approfondimento alla pubblicazione in Italia del saggio di Daniel Halévy, II caso Dreyfus. Apologia del nostro passato (Oaks editrice) a cura di Francesco Ingravalle. “Scritto fra l’ottobre del 1907 e il gennaio del 1910, una decina di anni dopo gli avvenimenti, – racconta il Giornale – Apologia del nostro passato non è tanto una storia dell’affaire Dreyfus quanto piuttosto una riflessione sul significato e sulle conseguenze di quel caso politico-giudiziario della storia contemporanea francese secondo lo sguardo retrospettivo di un giovane e coraggioso intellettuale liberale di tradizione orleanista”.
Daniel Reichel