La storica dell’arte Andreina Draghi:
“Sud ebraico, la sfida della catalogazione”

“Un avvicinarsi progressivo e graduale a una cultura di grande fascino. In questi anni è come se avessi scoperto un mondo”. 
Già direttrice del Museo Nazionale di Palazzo Venezia e tra le storiche dell’arte più autorevoli in circolazione, Andreina Draghi siede da qualche tempo nel Consiglio della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia. Un’esperienza che la sta vedendo al lavoro su più fronti. A partire dagli impegni legati alla riscoperta, tutela e valorizzazione del patrimonio ebraico nel Meridione.
Ambito cui guarda un nuovo progetto di cui è referente, con un bando appena diffuso per la ricerca di giovani ricercatori interessati a lavorare nella catalogazione sia attraverso l’aggiornamento dei dati raccolti nell’ambito del Progetto ARS – Presenza ebraica in Italia, conservati in formato cartaceo presso il Centro Bibliografico UCEI, sia attraverso la stesura di ulteriori schede. Al centro della ricognizione che si andrà ad intraprendere tre regioni tra le più ricche di testimonianze: Campania, Puglia e Sicilia.
“Un’iniziativa – spiega Draghi a Pagine Ebraiche – che è inquadrata nell’impegno di catalogazione lanciato a livello nazionale nel 2016. Due esigenze: da un lato informatizzare ciò che è già stato censito, dall’altro occuparsi del nuovo”. Un nuovo che, in un Meridione dove l’interesse verso l’ebraismo è da tempo in crescita, è foriero di molti spunti.
“Le opportunità sono senz’altro significative”, osserva Draghi. “Il cardine è la Campania, anche per il suo essere punto di riferimento per tutto il Sud ebraico. Ma anche da Puglia e Sicilia gli stimoli non mancheranno di certo”. Ex novo sarà ad esempio il lavoro “su realtà come Brindisi, Oria e Trani”. Mentre in Sicilia l’impegno sarà soprattutto quello di “informatizzare”.
“Se hai meno di 35 anni il tuo talento può fare la differenza”, lo slogan del bando da qualche giorno in rete. Quel “fare la differenza” che è, da tempo, la cifra della Fondazione. “Sono orgogliosa – commenta Draghi – di far parte di un gruppo di lavoro che sta lasciando un segno in vari ambiti. Penso ad esempio al progetto legato al restauro del cimitero di Valdirose, protagonista del dossier per le due Gorizie capitali europee della cultura nel 2025. Un risultato prestigioso e gratificante”. 
Anche il Sud vede la Fondazione in prima linea: dal recupero delle catacombe di Venosa in Basilicata alla valorizzazione dell’Aron di Agira in Sicilia: il più antico Aron in pietra d’Europa. Proprio nel segno di un Aron, racconta Draghi, è iniziato il suo rapporto con il mondo ebraico. Un restauro, naturalmente: quello del cinquecentesco armadio di Scola Catalana, memoria delle “cinque scole” che caratterizzavano la vita sinagogale della Roma ebraica nei secoli del Ghetto.

a.s twitter @asmulevichmoked

Clicca qui per il bando dedicato alla catalogazione del patrimonio ebraico dell’Italia meridionale

(Nelle immagini, dall’alto in basso: l’esterno della sinagoga Scolanova di Trani; la storica dell’arte Andreina Draghi, la pubblicità del bando della Fondazione)

(29 luglio 2021)