I fascisti che accusano di fascismo
Dal mio punto di vista l’aspetto più sconcertante dei paragoni assurdi con la Shoah che abbiamo dovuto leggere e sentire più volte soprattutto in quest’ultimo periodo è la loro provenienza: ormai si è visto molto chiaramente che le piazze No Pass sono egemonizzate da gruppi e movimenti di estrema destra, che si richiamano esplicitamente al fascismo e al nazismo senza che i presenti sentano il bisogno di prendere nettamente le distanze. Dunque in pratica stiamo vedendo dei fascisti e antisemiti che accusano i propri avversari di antisemitismo e di fascismo. Curioso, vero? Certo, non è una novità: mi ha sempre colpito che a negare la Shoah spesso siano proprio quelli che tuttora invocano lo sterminio degli ebrei; allo stesso modo è paradossale che molti di coloro che paragonano la legislazione relativa al Green Pass alle leggi razziali contro gli ebrei siano gli stessi che in sostanza ritengono che quelle leggi fossero giuste e necessarie.
Di fronte a questi paradossi talvolta viene la tentazione di rispondere a slogan con slogan, a sciocchezza con sciocchezza, a paragoni impropri con altri paragoni impropri. Gli spunti per accostamenti forzati tra chi grida oggi contro vaccini e Green Pass e le pagine più orribili del secolo scorso non mancherebbero: si potrebbe parlare di scarsa considerazione per il valore della vita umana, di disprezzo per le persone fragili, della legge del più forte eletta a valore assoluto, e di molto altro. Per quanto impropri ed esagerati questi accostamenti sarebbero sempre meno assurdi e paradossali di quelli degli avversari, se non altro perché la colorazione di estrema destra dei gruppi no vax e no pass è un fatto oggettivo, con cui è impossibile non fare i conti: una persona sinceramente antifascista non può non avere dei dubbi sulla giustezza della propria causa se scopre che i propri compagni di strada sono in gran parte fascisti. Ma nonostante tutto bisogna resistere alla tentazione dei paragoni impropri, per non far degenerare ulteriormente il livello del confronto politico; e poi ci sono già tante buone ragioni chiare e logiche per difendere vaccini e Green Pass che non c’è alcun bisogno di cercarne altre ad effetto.
La scarsa partecipazione alle manifestazioni degli ultimi giorni suggerisce l’ipotesi che si tratti di un movimento la cui forza e consistenza forse sono state sopravvalutate. Ma allora quali motivazioni hanno gli esponenti politici, anche di partiti di governo, che lo sostengono? Perché farsi vedere in piazze egemonizzate dai neofascisti per difendere posizioni che forse non portano poi tantissimi voti, e magari rischiano anche di farne perdere? Difficile sfuggire a un dubbio inquietante: non sarà proprio la contiguità con l’estrema destra, indipendentemente dalla causa specifica sostenuta, a portare voti?
Anna Segre