Ancora deliri nelle piazze:
“Draghi come Hitler”
Un’altra giornata di protesta, all’interno dello schieramento dei no vax e degli oppositori al Green Pass, caratterizzata da slogan e deliranti riferimenti al periodo nazifascista. In molte migliaia sono scesi in piazza in tutto il Paese. “Ovunque le manifestazioni, non autorizzate, sono andate avanti in un assembramento continuo senza che nessuno indossasse le protezioni: giovani, meno giovani, padri e madri con bambini al seguito. In compenso – racconta tra gli altri Repubblica – insulti al premier Draghi rappresentato da Milano a Roma, sui cartelli, con il volto di Hitler”. Il tutto mentre i contagi continuano a salire, con previsioni di picco della quarta ondata che si attestano su 30mila casi giornalieri nella seconda metà di agosto. In una intervista con La Stampa la scrittrice Edith Bruck esprime la propria angoscia per le persistenti equiparazioni tra Green Pass e Stella gialla. “La gente non pensa, è accecata dall’odio”, il suo pensiero. Alcune manifestazioni si sono svolte non lontano da casa sua. Bruck, però, si è tenuta alla larga: “Non mi sono voluta avvicinare, queste persone preferisco non vederle dal vivo, mi fa troppo male assistere a certe scene”.
Donatella Di Cesare, sull’Espresso, contesta il folle paragone nella formulazione del filosofo Giorgio Agamben: “Le differenze – ricorda – sono abissali. Come ci ha insegnato Hannah Arendt, gli ebrei che portavano la stella gialla erano discriminati semplicemente e irrimediabilmente per il loro ‘essere’. Sono finiti nei lager e nelle camere a gas anche quelli convertiti. Il no vax odierno sceglie di non fare il vaccino, una possibilità che gli viene offerta”.
Sempre in tema di sanità su Domani un intervento dell’ex direttore del Pronto soccorso dell’ospedale Niguarda di Milano Daniele Coen sulla “grande fuga” dei medici dalla prima linea anche per via della “inadeguatezza degli organici, per molti anni bloccati dalla assai poco lungimirante rigidità dei piani di rientro che hanno impedito le assunzioni in quasi tutte le regioni italiane”.
“L’Iran non è solo un problema israeliano, ma un esportatore di terrorismo, distruzione e instabilità”. Sono le parole del ministro degli Esteri d’Israele Yair Lapid a commento dell’attacco alla nave petroliera al largo delle coste dell’Oman, costato la vita a due membri dell’equipaggio. Un nuovo episodio, l’ultimo di una serie, nel segno di Teheran. Scrive il Corriere: “La chiamano guerra ombra, fa vittime come quella reale e prepara uno scontro aperto alla luce delle esplosioni”.
Si accende lo scontro, anche politico, sulla proposta di intitolazione di una strada di Alessandria a Giorgio Almirante. Michele Serra ne trae spunto per la sua Amaca quotidiana su Repubblica: “Alle tante giunte comunali di destra che, in tutta Italia, pretendono che la toponomastica onori Almirante, manca un piccolo salto: di qualità, di coerenza, di coraggio. Chiedano – la sua provocazione – di intitolare piazze e strade direttamente a Benito Mussolini, tanto per chiarire non a noi, che non ne abbiamo bisogno, ma a loro stessi, quale intenzione li anima”. La Stampa, in un articolo di cronaca, segnala la nota dell’Anpi che ha parlato di “scempio” e di “offesa alle vittime del fascismo”. Oltre che di sfregio alla memoria dell’ex presidente Carla Nespolo da poco scomparsa che, si legge, “ha trascorso in questa città tutta la sua vita”.
Jocelyn Hattab, protagonista della televisione italiana del recente passato, parla con La Stampa, nell’inserto Specchio, dei suoi nuovi progetti. Un’occasione anche per soffermarsi sulle sue origini ebraiche e il segno lasciato in gioventù da un episodio antisemita: “Qui sulla mano ho ancora una cicatrice, una coltellata diretta alla pancia e che sono riuscito a schivare. Era un pomeriggio, al cinema”. Specchio ci porta anche a Leopoli, con un reportage che illustra i tentativi di rilancio di una realtà fortemente segnata dalla sua impronta ebraica.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(1 agosto 2021)