Israele nella storia con Dolgopyat
Un caso le parole della madre:
“Eroe nazionale, ma non può sposarsi”

“Dove eri, cosa facevi il Primo agosto?” È una domanda che ci si porrà chissà per quanti anni ancora, memori dell’indimenticabile giornata vissuta dall’atletica e dallo sport italiano. Rideclinata in ebraico, suona così: “Eifo ha’yita uma asita barishon le’ogust?”. Perché, anche per Israele, quella di ieri è stata una giornata storica. Secondo oro olimpico di sempre, a distanza di 17 anni dall’affermazione del velista Gal Fridman ad Atene.
Sul gradino più alto del podio è salito Artem Dolgopyat, primo nel corpo libero a pari punti con lo spagnolo Rayderley Zapata ma unico titolare dell’oro visto l’esercizio di maggior difficoltà compiuto. Israele torna sulla mappa dei Giochi con una storia non banale, quella di un giovane campione nato a Dnipro in Ucraina ma formatosi come sportivo di alto livello a Tel Aviv, dove la sua famiglia è emigrata quando aveva 12 anni.
Un oro per Israele è un evento talmente raro che il Primo ministro Naftali Bennett ha interrotto il Consiglio dei ministri in svolgimento negli stessi minuti per congratularsi con Dolgopyat: “Grazie Artem, hai fatto la storia e ci hai regalato una gioia enorme”, gli ha detto al telefono. Anche il capo dello Stato Isaac Herzog non è stato da meno: “Grazie dal profondo del cuore a nome di tutti gli israeliani”. Lui dal canto suo ha replicato: “Sono fiero che tutto il Paese mi abbia seguito. Tutto quello che ho fatto è stato per Israele”.
Nel giorno della festa un piccolo caso l’ha aperto la madre Angela, con alcune dichiarazioni al vetriolo che hanno agitato il post-gara: suo figlio, ha raccontato, è fidanzato con una ragazza bielorussa da tre anni. Vorrebbe sposarsi in Israele, ma non può farlo perché il matrimonio civile non è ad oggi contemplato. E quindi per lui che ebreo secondo la Halakhah non lo è, ma che ha potuto godere dei benefici della Legge del ritorno grazie a una nonna paterna ebrea, non ci sarebbe altra possibilità che l’estero. Un paradosso, ha sostenuto la donna, nel momento in cui viene celebrato come eroe nazionale. Il tema ha aperto un vivace dibattito, anche all’interno del mondo politico. Il primo a tenersene alla larga è stato però il diretto interessato: “Si tratta – ha affermato – di una questione che attiene in modo esclusivo alla mia vita personale. Non ho intenzione di parlarne in pubblico”. 

(2 agosto 2021)