Il bisogno di sicurezza
Che cosa hanno in comune l’attacco cybernetico alla Regione Lazio, l’intensificarsi di fenomeni atmosferici anomali, la rinnovata minaccia del Covid-19? Niente, ovviamente, se si guarda al contenuto di questi episodi. Ma verificandosi in un tempo ristretto sul medesimo territorio producono un forte senso di insicurezza nei cittadini, al quale le forze politiche e le stesse istituzioni faticano a dare risposte convincenti.
In realtà la vita degli uomini è sempre stata insicura, precaria, esposta a pericoli e a minacce, provenienti sia dalle forze della natura che dagli uomini stessi. Ma la fiducia riposta nella scienza e nella politica nasceva proprio dalla speranza di ridurre tale precarietà fino a farla divenire qualcosa di marginale, comunque di controllabile. Oggi stiamo attraversando un periodo nel quale questa speranza sta venendo meno o perlomeno si sta fortemente riducendo: non solo quella nella politica ma anche quella nella scienza.
Di fronte a questa crescente precarietà le reazioni sono molto diverse a seconda dei gruppi sociali e delle caratteristiche personali. Sul piano della politica il notevole consenso che in breve tempo si è indirizzato verso il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha come contraltare la confusione e perfino lo smarrimento che sembra caratterizzare la maggior parte dei partiti, al di là delle dichiarazioni di maniera dei loro leader. In maniera non sempre chiarissima sembra levarsi dal Paese una richiesta di competenza, di serietà proprio come forma di difesa contro la crescente insicurezza. Anche l’alta percentuale di persone che si sono vaccinate o intendono farlo indicherebbe una fiducia nella scienza che la protesta di una minoranza non sembra aver sostanzialmente intaccato. Fino a quando la minaccia alla sicurezza sembrava provenire soprattutto, se non esclusivamente, dalla diffusione della pandemia, la risposta dei cittadini è apparsa, nella loro maggioranza, matura e responsabile.
Fino a che le minacce alla sicurezza dei cittadini sono apparse controllabili, sia pure con difficoltà, la tenuta sociale non ha subito incrinature troppo profonde. I fenomeni atmosferici anomali hanno riguardato solo alcuni territori e gli abitanti delle altre parti del Paese potevano considerarle qualcosa che non li riguardava direttamente.
Questa precario equilibrio sembra a rischio di rottura a causa dell’attacco cybernetico alla Regione Lazio. Anche chi vive nelle altre regioni sente che questo attacco lo riguarda perché nessuno è al sicuro da una minaccia che appare oscura e incontrollabile. In fondo le minacce provenienti dal clima non sono qualcosa di assolutamente nuovo, l’uomo ha sempre dovuto combattere contro le forze della natura; e anche le epidemie non sono una novità assoluta nella storia umana, anche se il Covid-19 ha assunto forme e proporzioni inattese. Ma l’attacco cybernetico è qualcosa di realmente nuovo, anche se si era già verificato in altri Paesi, di fronte al quale le persone si sentono del tutto indifesi perché ormai la loro vita quotidiana dipende in larga misura dall’uso di strumenti informatici.
È il sommarsi di queste minacce – che finora si erano presentate separatamente – che produce il senso di insicurezza che sembra diffondersi tra i cittadini. Un bisogno di sicurezza – o almeno la richiesta di una riduzione della precarietà – che non può essere etichettato politicamente. In realtà riguarda tutte le forze politiche ma soprattutto le istituzioni che sono chiamate a dare una risposta efficace o convincente.
Valentino Baldacci
(5 agosto 2021)