Demagogie distrattive

Ci eravamo abituati a considerare i migranti e l’ordine pubblico i veri problemi del paese: i media, specie quelli privati, ci martellavano senza sosta dai milioni di altoparlanti installati nelle nostre case. Ora, migranti e ordine pubblico non sono più di moda, non portano più i voti di una volta.
Da un po’ di tempo, sarà perché distratti dalla pandemia, sarà perché i contenuti e lo stile del premier Draghi hanno dato equilibrio al clima del paese, ci siamo accorti che i nostri problemi, quelli seri, sono altri. Si tratta di temi sociali e di temi economici, che poi sono fra loro strettamente legati. E poiché farci concentrare sui problemi veri del nostro vivere quotidiano sembra non sia nell’interesse di certa politica, allora si cerca di spostare la nostra attenzione sul rischio di golpe derivante dalla somministrazione dei vaccini. Chissà se anche all’avvento del vaccino antipolio e del vaccino antitubercolare ci sono stati golpe a raffica in giro per il mondo e fiumi di sangue che scorrevano per le strade di tutti i continenti. Eppure, evocando (o invocando?) il golpe, la gente scende nelle piazze e punta l’indice contro i diritti conculcati e alza cartelli di denuncia contro il tentativo di soffocare le libertà individuali, che è poi la libertà di mettere a rischio la salute comune.
Stiamo così vivendo un periodo di effervescenza scientifica: filosofi libertari, ispirati da divino furore, vaticinano dittature e incombenti sventure e, sulla scia del clima politico che da qualche anno a questa parte ci appesta, saltimbanchi e imbonitori ci propinano verità scientifiche sulla base dell’uno vale uno, per cui l’idea di chiunque di noi vale quanto quella del più esperto virologo. C’è anche chi, per risolvere la pandemia senza far arricchire le case farmaceutiche, propone impiastri di aceto e bicarbonato, gli stessi che guariscono i tumori e disintasano gli scarichi dei lavandini.
È solo strano, e segno di questi nostri tempi imprevedibili, che nessuno abbia ancora riesumato i fantasmi di Orwell per l’uso delle mascherine che, tappandoci la bocca, attentano alla nostra libertà di parola.
Quasi quasi si rimpiangono i temi della vecchia politica. Dove sono finiti mai i migranti e l’ordine pubblico dei bei tempi? Où sont les neiges d’antan?
E domani che altre demagogie distrattive ci aspettano?

Dario Calimani