Oltremare – Tende

Il popolo israeliano è un popolo in perenne movimento: anche quei pochi che non sono di generazione zero come me, cioè immigrati freschi o meno freschi, hanno tutti la tendenza a muoversi costantemente. Spesso lavorano a una o due ore di macchina da casa, vanno al kibbutz o moshav al nord o al sud per il fine settimana, in anni normali i più volavano all’estero almeno una volta all’anno per “prendere aria”, concetto tipico di un paese che è sostanzialmente un’isola.
Per questo, non mi sono stupita più di tanto quando ho realizzato che sulle spiagge israeliane non esistono le file di quelle casette per cambiarsi, cabine o capanne, che in Italia si affittano per la stagione. Perché fermarsi per tutta l’estate su una sola spiaggia, quando tutta la costa è dal più al meno raggiungibile in un paio d’ore, e ogni spiaggia ha le sue caratteristiche, le sue correnti, le sue coppie di giocatori di racchettoni.
Sarà anche per questo che le spiagge qui sono sempre più popolate di tende. Gruppi di giovani o famiglie vengono al mattino muniti di cooler con acqua, bevande e cibo per tutto il giorno, e sotto braccio la canadese o una delle nuove tende fatte di un drappo di tessuto quadrato o rettangolare sufficientemente elastico che si tiene su con semplici pali e si picchetta a terra con sacchi di sabbia ai lati, creando un effetto ragno. E anzi, queste ultime ora stanno prendendo decisamente il sopravvento. Con due conseguenze forse non previste dai produttori. Prima di tutto, il numero di calorie che si spendono per metterle su: decisamente superiore alla media di una qualunque canadese. Tira fuori la tenda, riempi i sacchi di sabbia ai lati, metti su i pali, sistema meglio i sacchi, riempili di più, sposta i pali per fare più spazio, e poi a fine uso svuota i sacchi di sabbia e sciacquali che sennò ti porti mezza spiaggia in casa, e piega il drappo che non è poi tanto piccolo. L’equivalente di una mezza maratona, a spanne. Seconda conseguenza, lo spazio utilizzato: dove una normale famiglia con asciugamani e sdraio ben spalmati sulla sabbia bollente occupa un x numero di metri quadri, queste tende-ragno che lavorano sulla tensione obliqua possono estendersi per il triplo dello spazio. E a pensarci, in tempi di corona questo è sicuramente preferibile al modello tipico italiano con distese di lettini e ombrelloni appiccicati uno all’altro, quindi ben vengano le tende, naturali portatrici di distanziamento sociale, finché ne avremo bisogno.

Daniela Fubini