Come una tavola di Mendeleev
Nel 1941 il Reich aprì sul Mar Baltico lo Stalag Luft I Barth per l’internamento di aviatori britannici, statunitensi e canadesi; il 30 aprile 1945 lo Stalag fu liberato dalle truppe sovietiche, il giorno precedente le autorità dello Stalag lasciarono il sito previo accordo con ufficiali statunitensi.
La YMCA fornì strumenti musicali e accessori per teatro ai prigionieri di guerra dello Stalag, il tenente Clair William Cline – ebanista nella vita civile – costruì un violino con materiali ricavati da sedie e colla ricavata da tavoli e letti a castello; ogni settore dello Stalag era dotato di un Block adibito all’attività musicale e teatrale con una propria orchestra e compagnia teatrale, i prigionieri statunitensi costituirono una big band diretta dal saxofonista e cantante Dorman Fred “Shady” Lane.
L’autorità tedesca fu inizialmente ostile a orchestre e band di musica jazz – spregiativamente definita Cow Music – ma in seguito acconsentì sulla promessa da parte dei musicisti statunitensi (largamente disattesa) che essi avrebbero eseguito unicamente musica classica; il primo spettacolo allestito fu la commedia in tre atti The Man who came to Dinner di George S. Kaufman e Moss Hart.
L’11 dicembre 1943 il tenente pilota musicista e arrangiatore statunitense John Henderson Lashly fu fatto prigioniero dopo l’abbattimento del suo aereo da parte della contraerea tedesca nei cieli di Emden; trasferito presso lo Stalag Luft I Barth, Lashly costituì e diresse un Glee Club (gruppo corale di voci maschili), inoltre scrisse musica e testo della canzone Low is the Sun.
Il 3 luglio 1944 presso il Little Theatre of Times Square dello Stalag fu allestita la commedia musicale in tre atti Hit the Bottle scritta e diretta dallo sceneggiatore statunitense Nelson Roosevelt Gidding; le musiche furono scritte dal sottotenente pilota statunitense Nathaniel L. Bliss, fatto prigioniero l’11 aprile 1944 dopo l’abbattimento del suo aereo (Hit the Bottle contiene Low is the Sun di Lashly).
Agli inizi del 1945 Lashly evase dallo Stalag, dopo la Guerra divenne un famoso screenwriter; nel 1958 ricevette una nomination all’Oscar per lo screenplay del film I Want to Live! di Robert Wise, insegnò Screenwriting presso la University of Southern California di Los Angeles.
Il 19 settembre 1943, durante un raid aereo statunitense sui giacimenti petroliferi presso Ploiești (Romania), il bombardiere del tenente Harold “Harry“ Francis Korger (foto), direttore musicale delle Eagle River Schools, fu colpito dalla contraerea tedesca e costretto a un atterraggio di fortuna; fatto prigioniero e internato presso lo Stalag Luft I Barth, nell’aprile 1943 costituì un Glee Club con un repertorio che spaziava da spiritual e ballabili del pop statunitense a The U.S. Air Force Song di Robert MacArthur Crawford sino a medley di canti militari.
Il Glee club di Korger comprendeva un coro cattolico per l’accompagnamento delle Messe domenicali per le quali Korger arrangiò inni; con l’aiuto del tenente Marshall E. Tyler ricostruì a memoria musica e testo di All through the Night e la marcia Kriegies on Parade (Kriegies è l’abbreviativo usato dai prigionieri di guerra anglofoni per Kriegsgefangener).
Korger assemblò un’orchestra e stese diversi arrangiamenti (da citare Slow Swing del prigioniero di guerra statunitense Eddie Edwards), dopo la Guerra continuò la carriera militare e si trasferì a Medford (Oregon); partecipò alla Guerra di Corea durante la quale fu nuovamente fatto prigioniero, si congedò nel 1971 con il grado di colonnello.
La produzione musicale nei Campi di internamento militare è varia, copiosa e riserva piacevoli sorprese sul piano della qualità artistica; dalla produzione cameristica e sinfonica sino al teatro, dall’operetta al cabaret sino al repertorio religioso, siamo dinanzi ad autentici gioielli musicali.
Dopo la deportazione civile, la prigionia di guerra durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale è l’altra colonna della fenomenologia concentrazionaria; background artistico-professionali, capacità di arrangiamento per organici corali e orchestrali nonché esperienze musicali eterogenee si incrociano e non di rado si contaminano in Stalag e Oflag, arricchendone la tavolozza musicale.
Già, la tavolozza; questa ricerca assomiglia a un gioco pittorico che consiste nel riposizionare i colori laddove oggi c’è soltanto bianco e nero o, se vogliamo, a una grande tavola di Mendeleev con tutti gli elementi della letteratura musicale prodotta in cattività civile, politica e militare dal 1993 al 1953.
Ogni elemento andrà inesorabilmente ad assumere il posto spettante nella Storia della Musica del sec.XX; ogni musica uscirà definitivamente dal Lager e si riprenderà autore, pubblico e storia.
Francesco Lotoro