Distinzioni necessarie
Se un candidato sindaco di una grande città affermasse di non voler distinguere tra criminali e forze dell’ordine, oppure tra mafia e antimafia susciterebbe un’indignazione unanime: persino i criminali e i mafiosi si affretterebbero a prendere le distanze da una dichiarazione così strampalata. In un paese democratico dichiarare di non voler distinguere tra fascisti e antifascisti non dovrebbe suscitare lo stesso unanime sconcerto? “Fascisti o antifascisti” non è come dire “milanisti o interisti” (la città in questione è Milano), “amanti del mare o della montagna”, o magari “cristiani, ebrei, musulmani o atei”, tutte distinzioni che giustamente chi aspira a raccogliere i voti del maggior numero possibile di elettori non può e non deve fare (o, per lo meno, deve dichiarare di non voler fare). Com’è possibile presentarsi ad un’elezione democratica sperando di essere democraticamente eletti per guidare democraticamente una città e al contempo dichiarare di non voler distinguere tra chi è a favore e chi è contro la democrazia? Com’è possibile proclamarsi amici della comunità ebraica e al contempo dichiarare di non voler distinguere tra chi rivendica l’eredità politica di coloro che hanno discriminato, perseguitato e dato la caccia agli ebrei e chi ritiene sia necessario opporsi ora e sempre a queste ideologie portatrici di morte? A furia di paradossi linguistici e giochi di parole per non scontentare nessuno qualcuno prima o poi arriverà a sostenere che è offensivo accusare i fascisti di fascismo.
Al posto della distinzione tra fascisti e antifascisti il candidato ha dichiarato di essere abituato a distinguere le persone perbene. Dal momento che si dà per scontato che i fascisti possano rientrare in questa definizione mi sono chiesta cosa significhi essere una persona perbene. Avere un buon carattere? Essere gentili e premurosi con parenti e amici? Non infrangere le leggi? Pagare le tasse? E contemporaneamente ho pensato alle molte persone sicuramente non perbene secondo alcuni di questi criteri a cui devo il privilegio di essere nata, primi tra tutti i contrabbandieri che hanno portato mio padre e la sua famiglia in Svizzera, naturalmente non gratis. La definizione di persona perbene può essere talvolta così problematica che forse è meglio cercare parametri più chiari e oggettivi. Oggi per fortuna ci troviamo in un contesto storico completamente diverso; si tratta comunque di un contesto storico in cui chi si candida a guidare una grande città ritiene (per lo meno in un certo momento della sua campagna elettorale) che dichiarare di non voler distinguere tra fascisti e antifascisti gli porterà consenso. Non è un contesto del tutto tranquillizzante.
Anna Segre