Inni alla vita
I nostri Maestri sono soliti definire la Torah con l’espressione “Torat Chaiim – La Torah di vita”. In essa infatti tutte le mizvot contenute non sono altro che all’insegna di una buona vita, piena di salute e soddisfazione e priva di preoccupazioni e affanni.
“Ve nishmartem meod le nafshotekhem – Sarete molto attenti alle vostre persone” (Devarìm 4;15) questo è uno degli imperativi più forti che il Signore D-o da al popolo d’Israele nella Torah.
La nostra parashà è quella che contiene in assoluto il maggior numero di mitzwòt e fra di esse, la maggior parte inneggiano alla vita.
“Ve’asita ma’aqé le gagghekha – E farai un recinto per il tuo tetto” (Devarìm 22;8) questa è una di quelle dettate proprio dalla parashà di ki tetzé; nelle regole che riguardano la protezione civile vi è quella di recintare il perimetro del tetto di una abitazione, affinché nel caso in cui si debba salire su di esso per lavori strutturali o soltanto per piantarvici un’antenna televisiva, nessuno abbia nulla da temere: l’operaio di cadere o farsi male, o addirittura mettere a repentaglio la propria vita e il proprietario della casa di avere la responsabilità del danno inflitto.
È ancora scritto (sempre nello stesso versetto): “ve lo tasim dammim bevetekha – e non porrai sangue nella tua casa” (Devarìm 22;8) ossia non macchierai di sangue le tue mani (non dovrai essere responsabile) – non tu né tanto meno i membri della tua famiglia – dell’accaduto.
Questa è soltanto una delle incredibili ed estremamente attuali mizwot contenute nella nostra parashà, che regolano lo stile e il modo di esaltare la qualità della vita in mezzo al nostro popolo.
Rav Alberto Sermoneta, rabbino capo di Bologna