Kabul ci riguarda
Ieri: un ebreo arrestato dai nazisti il 16 ottobre 1943 con la moglie, la figlioletta e un nipotino che era rimasto a dormire da lui, passa sul camion davanti alla casa del bambino. Vede il portiere, uno sguardo veloce corre fra i due, il bambino vola dal camion fra le braccia del portiere. Il nazista sul camion era distratto, sente lo postamento d’aria, si volta ma tutto è già finito. Lo stesso giorno, in via Portico d’Ottavia, una giovane donna che scende le scale spinta dai fucili tedeschi mette il suo bambino fra le braccia di una donna non ebrea. Anche lì è un attimo. Tutti e due i bambini si salveranno.
Oggi: vediamo i bambini passati o lanciati a Kabul oltre il filo spinato, nella speranza che possano essere portati in salvo dai militari in partenza. Non sappiamo se si salveranno.
Non è la stessa situazione, certo, ma ci assomiglia molto. E in un’altra cosa le assomiglia. Sul fatto che ci riguarda tutti.
Anna Foa
(23 agosto 2021)