Crisi afghana, la linea di Draghi

I quotidiani aprono ancora oggi, quasi tutti, sull’emergenza afghana. E in particolare sull’ultimatum talebano agli Usa: la smobilitazione dovrà avvenire entro il 31 agosto. Un approccio intimidatorio eloquente sulla posizione di forza assunta dal gruppo terroristico subentrato al governo del Paese.
“Kabul, operazione salvataggio”, titola il Corriere. Repubblica apre con “L’ultimatum dei talebani”. La Stampa con “Ultimatum taleban, sette giorni per la fuga”. Tema di drammatica attualità che, in tutte le sue sfumature, sarà al centro del G7 convocato per questo pomeriggio. Tra le proposte che saranno presentate dal Premier Draghi un coinvolgimento diretto di Cina, Russia, Turchia, India e Arabia Saudita nella gestione del futuro di Kabul.

In secondo piano, ma sempre oggetto di grande attenzione, la lotta al Covid. Sulle scelte israeliane in tal senso si sofferma Il Foglio, evidenziando alcune criticità nell’azione del nuovo esecutivo alle prese con un numero molto alto di contagi. “Israele – si legge – ha capito subito come i vaccini fossero l’unica via d’uscita dalla pandemia ed è vero che Bennett si trova davanti un meccanismo ben oliato. Forse è perché le aspettative erano molto alte, ma se in Israele c’è un senso di disapprovazione nei confronti dell’operato del premier è anche perché il leader di Yamina si è messo da solo nei guai accusando Netanyahu di non saper gestire la crisi sanitaria”.

Diversi giornali raccontano le emozioni di Martin Adler, il 97enne veterano dell’esercito Usa che nelle scorse ore ha potuto riabbracciare i fratelli Naldi da lui salvati e fotografati durante la Liberazione d’Italia dal nazifascismo. “Aveva il dito sul grilletto – scrive tra gli altri il Corriere – e puntava verso un grande cesto di vimini dove pensava fossero nascosti dei tedeschi. La madre gli si parò davanti gridando ‘bambini, bambini’. E il soldato americano le credette”.
L’incontro, 77 anni dopo, è avvenuto all’aeroporto di Bologna.

È scomparso all’età di 87 anni uno dei simboli della controcultura Usa, il poeta Jack Hirschman. “Nato a New York da famiglia ebraica comunistissima – lo ricorda il Corriere – restò fedele alla linea fino alla fine, trovando rifugio a San Francisco alla City Lights di Lawrence Ferlinghetti e nei mille rivoli della contestazione poetica”.

Penoso intervento, sul Giornale, dell’autore dello squallido ritratto di Gad Lerner apparso domenica scorsa su quelle pagine. “Nulla più che un divertissement estivo”, si sostiene. Il giornalista respinge l’accusa di aver scritto un testo con riferimenti antisemiti.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(24 agosto 2021)