L’amarezza di Daniel Knoll:
“Io e il no vax torinese,
un dialogo impossibile”

Qualche settimana fa, attraverso Pagine Ebraiche, Liliana Segre ha lanciato un messaggio chiaro: “Se uno vuole vedere il complottismo ovunque, resti a casa. Da solo. Non giri per le strade, non vada nel mondo, non danneggi gli altri”.
Erano i giorni delle prime manifestazioni di piazza contro i nuovi provvedimenti del governo all’insegna del delirante paragone, con tanto di stella gialla al petto di vari contestatori, con le vittime della persecuzione nazifascista. La senatrice a vita non si è detta sorpresa da questo deriva: “È un tale tempo di ignoranza, di violenza, neanche più repressa, che è diventato maturo per queste distorsioni. Una scuola, che è stata recepita, in cui i bulli sono i più forti”.
Il pericolo rappresentato dal movimento no vax per la salute della collettività è tra i temi oggetto di attenzione del laboratorio giornalistico UCEI Redazione Aperta in svolgimento in questi giorni. Al riguardo la redazione ha raccolto la testimonianza di Daniel Knoll (nell’immagine), il figlio di Mireille, l’anziana donna francese massacrata nel 2018 da un vicino islamico contro il quale si aprirà a breve il processo. Mireille, ricorda il figlio, era sfuggita in gioventù al rastrellamento del Vel d’Hiv (la più grande retata di ebrei condotta sul suolo francese durante la seconda guerra mondiale).
Lo scorso fine settimana Daniel si trovava a Torino. Mentre passeggiava in centro, ci ha raccontato, una stella gialla ha attirato la sua attenzione. A brandirla un manifestante no vax che protestava contro i dispositivi anti-Covid in vigore, e in particolare contro l’introduzione del Green Pass. “La mia prima reazione – spiega – è stata di sorpresa. Mi sono avvicinato e in inglese ho cercato di spiegargli quanto quel messaggio fosse sbagliato. Ma è stato tutto inutile, si è rifiutato di ascoltarmi. Ne sono uscito affranto”. Knoll si dice amareggiato da questo cortocircuito storico, di questa crescente perdita di senso. “In giro ci sono molti stupidi. Ma non è solo stupidità, è anche antisemitismo. Ed è anche ignoranza. Anche di questo, purtroppo, dobbiamo occuparci”.
Eloquente al riguardo il Gran Rabbino di Francia Haim Korsia. In un recente editoriale firmato dal rav e da altri personaggi autorevoli della società francese si legge infatti: “Dobbiamo raddoppiare i nostri sforzi per convincere gli scettici e combattere gli oppositori della vaccinazione che, con il pretesto della libertà, vogliono affermare il loro diritto di essere un pericolo per gli altri. Questi ultimi usano la libertà, uno dei pilastri essenziali del nostro trittico repubblicano, come uno spaventapasseri per gridare allo scandalo o addirittura alla cospirazione. Una minoranza di francesi invoca a gran voce, e talvolta in modo indecente, le proprie libertà individuali per rifiutare il vaccino contro la pandemia che sta devastando il pianeta”. Rifiutare il vaccino, ricordavano rav Korsia e gli altri firmatari, non solo metto a rischio se stessi ma vuol dire “praticamente armare il proprio corpo, come si tirerebbe la linguetta di una granata, per trasformarla in un ordigno potenzialmente letale, colpendo alla cieca e a caso intorno a noi”.
Quel che Knoll ha cercato di spiegare con lucidità e pacatezza al manifestante torinese. Venendone però respinto in modo brusco.