Vignette a sinistra
È stato spesso affermato che una vignetta può avere una capacità di comunicazione simile o anche superiore a quella di un articolo di fondo. In molti casi questo è vero, ma non lo è certo per la vignetta di Mauro Biani pubblicata con grande risalto in prima pagina da ”Repubblica” domenica 22 agosto.
La vignetta raffigura su uno sfondo rosso acceso una donna vestita completamente di nero (presumibilmente una donna afghana)) che solleva il braccio destro con il pugno chiuso. Sullo sfondo appare la scritta “Bella Ciao”.
Poiché l’efficacia comunicativa di una vignetta risiede in gran parte nella chiarezza e nell’immediatezza di ciò che vuole comunicare, devo confessare che in questo caso sono rimasto sconcertato e sono stato costretto a fare un lavoro di esegesi per comprendere quale era il messaggio che la vignetta voleva trasmettere. Non ci sono riuscito e questo sicuramente per mia debolezza: per altri il messaggio sarà stato chiarissimo.
Vediamo di analizzare le varie parti della vignetta: l’unica cosa chiara è che parla di Afghanistan e più precisamente delle donne afghane. Ma il problema nasce di fronte al braccio levato con il pugno chiuso: tradizionalmente il saluto con il pugno chiuso caratterizzava i militanti del movimento comunista internazionale; più di recente è stato usato anche dai movimenti antirazzisti afroamericani. A quale di questi due diversi usi del pugno chiuso si vuole alludere? Si vuol affermare che il movimento di resistenza delle donne afghane contro l’oppressione talebana è assimilabile alle lotte del movimento operaio guidato dai comunisti oppure a quelle degli afroamericani contro il razzismo? A complicare le cose c’è poi la scritta “Bella Ciao”. Da tempo “Bella Ciao” è stata assunta a simbolo della Resistenza contro il fascismo (anche se il canto dei partigiani italiani era “Fischia il vento” e di “Bella Ciao” si è cominciato a parlare negli anni ’60 del ‘900). Questo significa che la resistenza delle donne afghane contro la barbarie talebana è assimilabile alla lotta della Resistenza contro il nazifascismo? E di conseguenza i talebani sono una variante del fascismo eterno?
In realtà, a mio parere, questa vignetta è un’efficace testimonianza della confusione (culturale ancor prima che politica) che caratterizza oggi la sinistra italiana, almeno in quella sua parte maggioritaria che si riconosce in un quotidiano come “Repubblica”. È del tutto inutile cercare di cogliere un senso politico in una vignetta come questa: l’autore ha cercato soltanto di creare una suggestione, ammucchiando confusamente una serie di segni che vorrebbero esprimere, presi uno per uno, valori positivi. Ma mescolati senza criterio provocano soltanto confusione se non addirittura rigetto.
Valentino Baldacci