La divisione tra mondi

Niente di nuovo all’orizzonte. Se dopo l’avvenuta riconquista dell’Afghanistan da parte dei talebani si ripresenterà una nuova crisi per i flussi migratori non vedremo niente di diverso da ciò che già accadde nel 2015. La stessa indifferenza e gli stessi litigi tra i paesi occidentali per defilarsi dell’accoglienza di altri rifugiati.
Certamente non basteranno i racconti strazianti e le immagini di disperazione provenienti da Kabul per smuovere le coscienze. Gli stati dell’Est Europa soprattutto ripetono la minaccia di chiudere le frontiere e innalzare ulteriori muri. Anche i partiti sovranisti indeboliti dall’attuale pandemia per mancanza di argomenti reali potranno riscoprire con l’attuale crisi la loro raison d’être, quella per cui sono nati.
Ma forse la cosa più drammatica da constatare nuovamente di fronte alla situazione in Afghanistan è la divisione sempre più marcata tra due mondi, uno abitabile e desiderato e un altro sempre meno abitabile, per mancanza di diritti, per via di regimi integralisti, guerre, o per ragioni ambientali.
E anche quello “abitabile” in fondo, non è poi così sano.

Francesco Moises Bassano

(27 agosto 2021)