Kabul e il futuro

«I morti sono gli invisibili, ma non sono gli assenti» ha scritto Victor Hugo nel 1865, nel tempo del suo esilio. Molti anni dopo, in una condizione di non minore solitudine nel tempo della sconfitta della Francia di fronte all’avanzare dell’esercito di Hitler nel maggio 1940 Georges Bernanos nel suo «Les enfants humiliés» (1949) scrive: «L’avvenire non appartiene ai morti, ma a coloro che parlano di loro e che spiegano perché sono morti». Forse è così anche per noi, ora dopo Kabul, anche se facciamo fatica a dirlo. E a riconoscerlo.

David Bidussa, storico sociale delle idee

(29 agosto 2021)