Oltremare – Ancora numeri
Niente lockdown durante i chagim più che incombenti e perfino annullamento dell’obbligo dell’isolamento per chi rientra in Israele ed è triplamente vaccinato. Deve essere un sogno, o almeno la cosa più vicina ad un ritorno alla normalità mai provata nell’ultimo anno e mezzo. Il paradosso è che invece potrebbero essere meno normalizzate le condizioni di arrivo di noi israeliani in Europa, a seconda di dove si voglia arrivare, con possibili isolamenti da quel lato, proprio adesso che da questo lato invece respiriamo un’improvvisa aria di libertà.
Quello che non è chiaro in tutto questo, è perché, nonostante le dichiarazioni e le iniziative ultimamente piuttosto rassicuranti da parte delle autorità, i tiggì e i giornali continuino senza sosta a riempirci gli occhi e le orecchie di numeri e statistiche e curve e percentuali e insomma di quella cosa che per me personalmente da molto prima del covid, direi più o meno dalla seconda elementare, ha un solo nome: ansia. Solo come esempio, è da giorni che tutti ripetono che fra poco arriveremo al numero tondo di settemila morti di covid. Ecco. Qualcuno dovrebbe spiegarmi che senso ha fare il conto alla rovescia sulla pelle dei cittadini. Cosa inutile ed ansiogena. E così mi trovo a sognare un mondo senza numeri, in cui tutto, come nel calendario ebraico, è declinato in lettere. Sarebbe poi forse difficile viaggiare nello spazio, ma anche calcolare peso e massa, velocità, profondità, altitudine e fare altre cose importanti ma io ho raggiunto molti mesi fa il massimo di numeri che il mio cervello può acquisire e quindi dico basta. Che imparino a spiegare le cose senza far ricorso a grafici e percentuali, e mi dicano solo il risultato: quando posso fare cosa e come. Tutto si può dire con le parole, basta impegnarsi un po’.
Daniela Fubini