San Marino e gli ebrei,
storie da riscoprire

“Vogliamo ricostruire le storie delle singole persone che trovarono rifugio a San Marino. Sia per capire in modo più approfondito il contesto in cui questo accadde, sia per restituire un’identità e più completa a questi nomi”. Per questo Patrizia Di Luca ribadisce il suo appello per avere nuove testimonianze o riferimenti legati alle vicende degli ebrei perseguitati dal nazifascismo che riuscirono a trovare rifugio durante la guerra a San Marino. Memorie di famiglia, lettere, diari, qualsiasi frammento di storia, spiega Di Luca incontrando la redazione di Pagine Ebraiche, può essere utile per fare luce su queste pagine del passato. Pagine di solidarietà che arrivarono nel dopoguerra all’orecchio del Primo ministro israeliano David Ben Gurion, che nel 1949 ringraziò i governanti della più antica repubblica al mondo per l’ospitalità garantita ai perseguitati. “Non possiamo dimenticare – scriverà Ben Gurion – il nobile atteggiamento adottato durante l’ultima guerra dalla Repubblica di San Marino, che ha protetto e salvato molti nostri correligionari, stabilendo in tal modo legami che costituiscono un eccellente augurio per le nostre relazioni future”. Se Ben Gurion arrivò a scrivere quel ringraziamento, vuol dire che fu un fenomeno di un certo significato, spiega Di Luca, direttrice del centro di ricerca sull’emigrazione dell’Università di San Marino. E che molte sono ancora le storie da scoprire e raccontare. “Da più di dieci anni abbiamo iniziato ricerche per ricostruire in maniera scientifica la complessità e le contraddizioni di questa storia di accoglienza. Abbiamo analizzato – il racconto della studiosa – molti documenti, alcuni dei quali conservati presso gli importanti archivi di istituzioni ebraiche come il Cdec, e firmato un accordo con il museo-memoriale di Yad Vashem per uno studio congiunto. Abbiamo anche raccolto alcune testimonianze di storia familiare”. Testimonianze che hanno portato alla pubblicazione del volume Dieci storie d’emigrazione, esempio dell’intreccio tra San Marino e la vita di famiglie ebraiche perseguitate. Tra queste, Di Luca ricorda i Bonfiglioli, arrivati sul Monte Titano sul finire del ’43 dalla zona di Rimini dopo gli intensi bombardamenti alleati. Si registreranno sotto falso nome: Fernando Bonfiglioli, Mercedes Sinigallia e la figlia Valeria Bonfiglioli, ottenendo dalla Gendarmeria il permesso di soggiorno sammarinese sotto il nome di Nando De Bonfigli, Mercedes Schincagli e Valeria De Bonfigli. “Abbiamo ricostruito diversi passaggi delle loro vite, ma c’è ancora molto da scoprire. E così di altre famiglie. Invitiamo chi ha informazioni in merito a contattarci. Tutte le informazioni, le notizie e i documenti saranno protetti da una rigorosa privacy”, l’appello di Di Luca.