“Di nuovo al Tempio dopo 77 anni,
sarà come tornare a casa”


“Sarà come tornare a casa”.
Martin Adler, 97 anni portati con leggerezza e brio, non sta più nella pelle. In prima linea della Liberazione d’Italia, questo veterano dell’esercito Usa vive giornate indimenticabili. Un emozionante ritorno in varie soste, con al fianco gli affetti più cari e il suo biografo Matteo Incerti, nei luoghi in cui operò come soldato delle forze alleate.
Giovedì mattina Adler sarà protagonista di una visita speciale al Tempio Maggiore di Roma la cui soglia già varcò, con il cuore che batteva forte e una Stella di Davide al collo, nel giugno del ’44. Un momento molto atteso. “Tutto quello che ha a che fare con l’ebraismo per me è essenziale” racconta a Pagine Ebraiche, ai cui lettori ha voluto dedicare un breve video di saluto.
Quella visita al Tempio, nella città appena liberata, si è impressa indelebilmente nella memoria dell’ex combattente. Così la racconta Incerti ne I bambini del soldato Martin, di recentissima pubblicazione: “Martin prese una piccola Bibbia da un tavolino all’ingresso, si sedette su un banco e ammirò la bellezza di quel Tempio. Poi iniziò a pregare e a leggere in silenzio alcuni brani delle sacre scritture. Una volta uscito, tornando a Campo dei Fiori, vide una piccola edicola. Vendevano cartoline di Roma. Ne acquistò un paio. Una di queste ritraeva il tempio israelitico della città. Emozionato, prese una matita dalla sua giacca. Si sedette sotto la statua di Giordano Bruno e iniziò a scrivere alla famiglia”.
In quell’occasione, spiega Adler a Pagine Ebraiche, “ho pregato per la fine della guerra, per la pace e per l’amore”. Un messaggio che ha voluto esplicitare in ogni tappa del suo itinerario italiano e che rilancerà durante l’incontro in sinagoga con la Comunità ebraica romana. Un viaggio, quello che sta per concludersi, all’insegna di “pace, solidarietà e festa per suscitare emozioni che facciano sì che le persone possano volersi bene: ne abbiamo bisogno tutti se pensiamo agli eventi di questi giorni”.

(Nell’immagine in alto il sorriso contagioso di Martin Adler, in basso gli auguri per Pesach alla sua famiglia scritti dall’Italia nella primavera del ’45)

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(31 agosto 2021)