Parsimonia

Ogni tanto si svolge un gioco sempre eguale a se stesso, a testimonianza delle nostre perenni attitudini ludiche. Qualcuno, tirando in ballo il fascismo oppure i fascisti, aiuta la sinistra ad uscire dal suo torpore per trovare con qualche dichiarazione una sua ragione di vita. È molto più comodo mettere in scena guardie e ladri, piuttosto che affrontare i problemi ormai cronici della nostra società. Si produce così il miracolo, che conta ormai più di mezzo secolo, per cui un Paese conservatore è governato dalla sinistra, la quale, a dire il vero, oltre ad essere molto più parsimoniosa con le fesserie, talvolta cerca qualcuno che sia alfabetizzato, pur senza esagerare.
Chiunque avesse velleità intellettive/intellettuali, assieme alla frequentazione non sporadica di buone letture, dovrebbe sapere che la menzogna non consiste soltanto nella distorsione della verità ma anche nella parzialità del racconto. Il terreno tipico di questi esercizi è, in tesi, il Medio Oriente, anche se nell’area domestica, pure i resoconti sul fascismo non sono male.
Coloro i quali avessero a cuore la democrazia – molti di meno di quanti non si creda – potrebbero procedere ad una duplice operazione: a) resistere alla tentazione di dipingere il Duce come un genio, anziché come un soggetto favorito dalle circostanze e considerato da Renzo de Felice come sostanzialmente modesto, b) evitare di rimuovere il brodo di coltura patetico che condusse al fascismo, che vide protagonisti personaggi di prim’ordine come Giovanni Giolitti e Benedetto Croce, i quali riuscirono a dare il peggio di sé stessi. Quest’ultimo aspetto (improvvisazione, spregiudicatezza, fatalismo, rapporti con forze oscure nell’illusione di zittirle e/o annientarle) è ricorrente nella vita politica nazionale. Sostituire lo studio con anatemi e condanne morali fa molto comodo a chi li formula ma molto male al Paese. Giocando giocando, la definizione Ihra di antisemitismo non è stata adottata, il negazionismo non è reato e le condanne per antisemitismo sono pressoché inesistenti. A dispetto di tutti, però, finiremo per diventare adulti.

Emanuele Calò, giurista

(31 agosto 2021)