Ebrei ed Europa, un dialogo aperto:
il saggio di Luzzatto torna nelle librerie

“L’identità di un gruppo umano è fatta di molte storie, di mille sfaccettature. La storia degli ebrei ne è un esempio cruciale. Imprescindibile, per immaginare un nuovo continente europeo e un Occidente diverso”. È una delle riflessioni lasciateci in eredità da Amos Luzzatto, medico, scrittore e grande leader ebraico italiano scomparso il 9 settembre scorso all’età di 92 anni. Molti impegni hanno caratterizzato la vita di questa straordinaria e poliedrica figura, presidente UCEI dal 1998 al 2006 oltre che, in altri momenti, presidente degli ebrei veneziani e direttore della Rassegna Mensile d’Israel. La ristampa di uno dei suoi libri più importanti – Il posto degli ebrei, uscito inizialmente con Einaudi e oggi riproposto da Garzanti – segna questo primo anniversario nel segno della consapevolezza. Da oggi in libreria con l’inedita prefazione di Milena Santerini, coordinatrice nazionale nella lotta contro l’antisemitismo, il volume affronta in modo stimolante un tema decisivo quale il ruolo degli ebrei nella società europea.
Ebrei ed Europa, due entità intrinsecamente connesse. Un rapporto che resta vivo e vivace in entrambi i sensi. Lo ricordava su questi notiziari il figlio Gadi, direttore della Fondazione CDEC, evidenziando come una lunga storia “fatta di pacifiche convivenze e amichevoli relazioni come di persecuzioni, espulsioni, roghi e spaventevoli massacri” abbia dato vita a “identità complesse e forme culturali di inestimabile valore”.
Il posto degli ebrei, fa capire Santerini, non poteva avere miglior autore di Luzzatto. Anche nel segno della “grande mappa geografica, culturale e sociale dell’ebraismo, da Gerusalemme a Roma, dall’Europa dell’Est all’America” che si dipana, pagina dopo pagina, davanti agli occhi del lettore.

(2 settembre 2021)