I talebani e quell’assetto politico
ispirato al regime di Teheran
Un mullah supremo, nessuna donna. Si va configurando in queste ore il nuovo governo talebano. Scrive il Corriere che l’esecutivo in formazione avrà due anime, una religiosa e una politica. “Una sorta di replica in chiave fondamentalista sunnita della divisione dei poteri in vigore in Iran sin dai tempi della rivoluzione khomeinista del 1979”, si evidenzia.
Massima autorità morale e ideologica dell’Afghanistan da poco tornato in mano ai terroristi “sarà lo sceicco Haibatullah Akhundzada, che già dal 2016 era il leader del movimento”. Vari quotidiani, tra cui lo stesso Corriere, riportano le parole del presidente del Parlamento europeo David Sassoli sui flussi migratori di queste settimane. Intervenendo nel corso di un forum strategico svoltosi in Slovenia ha affermato: “Abbiamo visto Paesi fuori dall’Ue farsi avanti per offrire accoglienza ai richiedenti asilo afghani, ma non abbiamo visto un solo Paese membro fare altrettanto”.
II portavoce dei talebani, in un colloquio con Repubblica, intanto dice: “Spero che l’Italia riconosca il nostro governo islamico e che riapra presto la sua ambasciata”. Per poi aggiungere: “Il vostro è un Paese importantissimo per noi, per la sua cultura e la storia della filosofia”.
I contenuti di una recente predicazione di Bergoglio nella quale si parlava della Torah come di qualcosa di obsoleto e non in grado di “dare vita” hanno suscitato forti preoccupazioni nel mondo ebraico. Sul tema si esprime oggi rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, in una riflessione pubblicata da Repubblica.
“Riproporre in termini semplificati le contrapposizioni antiche – ricorda il rav – comporta il rischio di confermare stereotipi ostili, nel caso particolare quello dell’ebraismo come religione abrogata e formalistica, tutta doveri, senza spirito, o semplice preparazione, ‘pedagogia’ alla nuova fede”.
L’inquietante figura di Francesco Cuomo, l’estremista di destra candidatosi a Roma con Fratelli d’Italia, agita la campagna elettorale. In una intervista con Repubblica l’ultrà laziale nega di essersi fatto tatuare simboli nazisti con l’intento di celebrare quel passato di morte. “Ma le pare – afferma l’estremista – che nel 2021 uno come me, che lavora nove ore al giorno, sei giorni alla settimana nel centro di Roma, un padre di famiglia, possa simpatizzare col nazismo? I proprietari del mio locale fanno parte della comunità ebraica, oggi ne abbiamo riso insieme”.
Altra figura sotto l’attenzione mediatica è quella del Consigliere regionale lombardo Massimiliano Bastoni. Punto di riferimento del gruppo Lealtà e Azione all’interno della Lega, al Corriere dice di ritenere l’antifascismo una questione “superata dalla storia”.
Libero si sofferma su una vicenda che ha per protagonista l’emittente (non ufficiale) dell’Università di Milano: la cancellazione di un programma i cui responsabili avevano preso posizione contro l’utilizzo del termine “genocidio” nei confronti dell’azione israeliana in risposta ad Hamas.
“Le foibe furono una ‘pulizia etnica’ come non se ne sono viste altre nel nostro paese. Affermarlo non è negare la Shoah, è solo la verità”. È quanto sostiene Maurizio Crippa, vicedirettore del Foglio.
Repubblica, nella rubrica Pietre, parla di “Memory: alleniamoci a non dimenticare”. Si tratta di un progetto lanciato dal Comune di Chieri, con il coinvolgimento di un centinaio di studenti, “per combattere antisemitismo e razzismo”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(2 settembre 2021)