L’emozione del soldato Adler
“Un giorno qui pregai per la pace”

“Cara mamma, questo è il Tempio di Roma. Sono stato all’interno e, ragazzi miei, era meraviglioso! Con amore Martin”.
Nel giugno di 77 anni il soldato americano Martin Adler scriveva questa cartolina, direttamente da Roma e poche ore dopo aver visitato la grande sinagoga. Giorni frenetici, di emozione e ripartenza dopo la fine dell’incubo nazifascista.
Adler aveva allora vent’anni. Oggi ne ha 97. Stamane, in compagnia del suo biografo Matteo Incerti, ha realizzato un sogno cullato da tempo: visitare di nuovo il Tempio. Al suo interno, in quel fatidico ’44, si raccolse in preghiera auspicando, come ha raccontato a Pagine Ebraiche negli scorsi giorni, “la fine della guerra, la pace e l’amore”.
Ad accoglierlo la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello, l’assessore alla Memoria Massimo Finzi, la direttrice del Museo ebraico Olga Melasecchi. Un momento gioioso caratterizzato anche dagli auguri per l’imminente Rosh haShanah, il Capodanno ebraico. Oltre che da un atto simbolico: Adler ha infatti donato quella cartolina per lui così evocativa alla Comunità e al Museo.