Distorsioni radiofoniche

Anche dove non arrivano le varie emittenti, come noto, giunge senza problemi il segnale di Radio Maria. Transitando in una zona assai impervia, la radio dell’auto ha selezionato oggi 2 settembre, unica possibilità, questa emittente.
La trasmissione era iniziata e il tema riguardava la conversione di colui che ricoprì la carica di rabbino capo della Comunità ebraica di Roma, avvenuta nell’immediato dopoguerra.
Tra i diritti universali dell’uomo c’è anche quello, dove questi diritti vengono assicurati, di cambiare religione: quindi non è questo l’aspetto che mi interessa, pur ovviamente essendo stato clamoroso quel caso, per evidenti motivi.
Certo, devo rilevare che non è consono ai principi ebraici strumentalizzare, per contrapposto, le vicende di religiosi di altre fedi convertitisi all’ebraismo: differenza che mi pare non da poco e che rispetta le personali private scelte di ciascuno.
Ma è l’uso che ancora oggi si vuole fare di quella spinosa vicenda, sulla quale molto si è scritto e dibattuto e che ha aspetti assai delicati, a far pensare.
La trasmissione odierna (guardando poi il sito dell’emittente vedo che varie puntate sono state dedicate a questo personaggio), almeno per la parte che ho potuto seguire (direi la seconda metà), non è stata caratterizzata, così mi è parso, da considerazioni antisemite.
Vi è anche stato un accenno autocritico della conduttrice la quale, in sintesi, si chiedeva come criticare gli ebrei perché non hanno accettato la visione cristiana quando “noi stessi” sembriamo non seguirla ed essere dubbiosi.
Passi anche per la intransigente difesa del comportamento, in quei tragici frangenti, di Pio XII anche se questa materia credo che sarebbe bene lasciarla agli storici e ai documenti.
La questione di fondo, esaltando la conversione tema della trasmissione direi anche con cenni rasenti il miracolistico, era la rassegnata constatazione dell’incomprensibile ostinazione di questi ebrei a preservare la propria fede, ancora “dopo duemila anni”, negando la “verità” e augurandosi quindi tempi migliori…
Linea questa che ben si accompagna alle recenti esternazioni del direttore di Civiltà Cattolica, Antonio Spadaro, il quale pare ossessionato dalle pratiche ebraiche, manco qualcuno lo obbligasse a seguirle.
Si potrebbe dire che ciascuno fa il proprio mestiere e certamente non mi turba che da Radio Maria, o dal direttore di Civiltà Cattolica, come ebreo venga considerato obsoleto ed ostinato.
Ma se ciascuno si facesse semplicemente i propri affari, in reciproco rispetto, staremmo tutti meglio.
In vista del 20 Settembre anche questi episodi dimostrano come ancora ci sia necessità di lavorare per una vera società laica, nella quale ciascuno possa vivere (senza che altri si arroghino il diritto di fargli inutili e presuntuose ramanzine) la propria religiosità, o non viverla, nel rispetto di tutti verso tutti.

Gadi Polacco