Tra crisi e speranze, il racconto
di un anno complesso

Un anno ebraico si chiude, un altro è alle porte.
Come ormai consuetudine, la redazione di Pagine Ebraiche ha lavorato per mettere a disposizione dei lettori uno speciale dossier “Fatti e persone” cui è stato dedicato l’intero numero di settembre del giornale dell’ebraismo italiano in distribuzione. Un’occasione per rileggere l’anno 5781 agli sgoccioli e proiettarsi nell’immediato futuro, il 5782, che prenderà il via domani sera al tramonto con la solenne festività di Rosh haShanah.
Alle spalle un anno ricco di avvenimenti e segnato dall’avvento del vaccino – “l’impossibile reso possibile”, così l’ha definito l’ad di Pfizer Albert Bourla durante lo scorso Chanukkah – per portare speranza a una società messa in crisi dalla pandemia e tutta da ricostruire. Dall’Italia a Israele, come raccontiamo con la cronologia dei fatti e con alcuni spazi di approfondimento tematici, il mondo ebraico ha partecipato con dedizione e consapevolezza a questo impegno.
Dalla sanità alla scuola, dalla cultura allo sport: non c’è settore in cui il Covid non abbia lasciato un segno, costringendo a un ripensamento d’azione e prospettiva. Un cantiere d’idee e progetti dall’ampio respiro che abbiamo delineato in una visione d’insieme.
Numerose inoltre le personalità di rilevo che ci hanno lasciato e cui il dossier, curato da Daniel Reichel con il contributo di tutta la redazione, rende omaggio: leader indimenticabili come Renzo Gattegna, rabbini e comunicatori del calibro di rav Jonathan Sacks, Testimoni della Shoah dall’immenso coraggio come Nedo Fianco. Due gravi perdite anche nel rabbinato italiano, con la scomparsa del rav Elia Richetti e del rav Vittorio Della Rocca.
Pagine da sfogliare e sulle quali sostare anche nel tentativo di delineare le sfide del futuro. “Cultura viva – riflette lo storico delle idee David Bidussa nell’intervento che apre il dossier, ispirato alla crisi afghana e al ritorno in auge dei fondamentalisti – significa prendere atto che ogni cultura non è mai uguale a se stessa, ma è significativamente se stessa se continuamente ripensa, modifica, assume risorse, concetti, fondamenti che arrivano da altre parti”. Una cultura, si ricorda, “è viva come conseguenza di questo processo di costante mescolamento e di ibridazione, perfino con quelle culture con cui pure è in aspro conflitto”.
Un modello messo in crisi dall’altra pandemia con cui l’umanità è costretta da tempo a confrontarsi nelle sue sfaccettate declinazioni: quella dell’odio.

(5 settembre 2021)