Europa e Afghanistan

Nonostante che giornali, TV e social abbiano parlato per settimane dell’Afghanistan, non si può dire che l’opinione pubblica europea si sia sentita particolarmente coinvolta dalla vittoria dei talebani. Le ragioni sono varie: certamente una è costituita dal carattere prevalentemente “americano” della guerra, che nasce dall’attacco all’America dell’11 settembre 2001 e che ha mantenuto questo carattere nonostante l’impegno formale della NATO e la partecipazione alle operazioni belliche di alcuni Paesi europei. Ma c’è una ragione più profonda e più radicata: in realtà, nonostante tutti i tentativi per creare nel corso dei decenni un’Unione Europea, un patriottismo europeo non è mai nato. Non è mai nato cioè il senso di appartenenza a una comunità di cui si è, volontariamente o involontariamente, parte e la cui appartenenza determina in maniera decisiva anche le vicende e i destini individuali.
La stessa idea di patriottismo si è venuta illanguidendo in tutta l’Europa, ma, nella misura in cui si è parzialmente mantenuta essa ha continuato ad indirizzarsi verso i rispettivi Stati nazionali. Non si tratta di esprimere un giudizio di valore su questo fatto: anzi, lo si può anche considerare, in una certa misura, un fenomeno positivo: oggi, dopo due guerre mondiali combattute nella prima metà del ‘900, ben pochi si sentirebbero di condividere quelle forme di nazionalismo che portarono appunto, nel corso di due guerre, quasi tutti i popoli europei a combattersi tra loro.
Ma, ed è questo è il punto, a questo illanguidirsi del nazionalismo non è corrisposto il senso di appartenenza ad una più ampia comunità, quella europea appunto, che è rimasto patrimonio di élites ristrette quando non è – ed è il caso più frequente – pura esercitazione retorica.
Tutt’altro significato ha avuto per il mondo islamico la vittoria dei talebani. Non voglio con ciò dire che il mondo islamico – o almeno la sua parte maggioritaria – condivida pienamente i metodi e le finalità di governo dei talebani. Non è certamente così. Ma non si deve nemmeno pensare che nel mondo islamico la vittoria talebana abbia provocato quell’ondata di rigetto che, almeno a parole, c’è stata in Occidente. Troppo spesso noi occidentali sottovalutiamo la forza della «Umma», la comunità dei credenti, qualcosa che in Occidente non esiste più da secoli, da quando è venuta meno l’idea di un cristianesimo universalistico, sostituita dal patriottismo nazionalistico e, con l’indebolimento di quest’ultimo, da un diffuso individualismo che impedisce di riconoscersi in qualcosa che superi la dimensione del nucleo familiare e spesso nemmeno in quello.
Questo atteggiamento che nel migliore dei casi è di neutralità ma più spesso è di favore verso la vittoria dei talebani, è presente in tutto il mondo islamico e non esclude certo le comunità che vivono come minoranze sempre più ampie nei Paesi europei non islamici.

Valentino Baldacci

(9 settembre 2021)