Il ritorno nelle classi e quel banco vuoto:
“Il nostro pensiero va ad Eitan”

Nel suo intervento all’Interfaith Forum il ministro Bianchi ha esordito ricordando che c’è un tempo per l’emergenza e un tempo per la guarigione e il ritorno in gioia e sicurezza nelle scuole. In questa prima giornata nelle aule per milioni di studenti italiani c’è però un bambino che ha dovuto assentarsi suo malgrado, che al suo banco non ha potuto sedersi: Eitan Biran.
“Eitan – sottolinea al riguardo la Presidente UCEI Noemi Di Segni – è stato portato in Israele senza alcun permesso, contro le indicazioni del giudice tutelare e con un piano di giustizia personale ad opera del nonno Shmuel e forse di altri familiari. Seguiamo in queste ore con molta ansia e preoccupazione questa vicenda che ci ha sconvolto ulteriormente e che si aggiunge ad una situazione di estrema fragilità”. Prosegue Di Segni: “Stanno a cuore alla famiglia e a noi tutti il miglioramento della sua salute fisico-motoria e il recupero psicologico e della forza per affrontare i traumi cui è stato esposto. L’amore e l’ammirazione per Israele, così come il richiamo all’osservanza di regole religiose, non possono essere invocati (o abusati) per giustificare a priori un piano che disconosce tutto un sistema, giudiziario e assistenziale, che si è mobilitato con tutte le professionalità assieme alle forze di soccorso fin dai primi minuti della tragedia, capace sicuramente di creare ogni utile raccordo con istituzioni e autorità israeliane laddove richiesto, a tutela di Eitan, e di chiunque dei familiari ritenga di doversi attivare per questo scopo”.
Oggi però Eitan a scuola non c’era. Afferma la Presidente UCEI: “Preghiamo per il suo bene, auspicando che con il contributo di tutti – le forze istituzionalmente preposte, sia in Italia che in Israele – con l’affetto della famiglia ritrovata e la forza anche degli amichetti di scuola, riesca a recuperare serenità e vivere con questo stato d’animo il nuovo anno ebraico 5782 appena iniziato”.

(13 settembre 2021)