“Un buon ebreo può crescere
anche nel deserto”

Resta sulle prime pagine dei giornali la triste vicenda che ha per protagonista, suo malgrado, il piccolo Eitan Biran. “Eitan senza pace”, si legge sulla Stampa a proposito del bambino di sei anni unico sopravvissuto al crollo della funivia del Mottarone sottratto dal nonno materno ed espatriato senza il consenso della zia tutrice, sorella del padre, in Israele. Sui quotidiani la descrizione nei dettagli di quello che appare a tutti gli effetti un rapimento, concretizzatosi con il passaggio della frontiera tra Italia e Svizzera e la partenza di un volo privato da Lugano. “L’imbarco – scrive Repubblica – non è un problema: il passaporto c’è. Ad accertare se e chi lo abbia richiesto saranno le indagini. Ma è un fatto che all’estero Eitan non ci poteva andare: l’11 agosto il giudice tutelare aveva disposto il divieto di espatrio”. Aya Biran, la zia, in una intervista al Corriere rivolge un appello alle autorità sia italiane che israeliane: “Ogni giorno che passa – afferma – può danneggiare ulteriormente un bambino che ha provato l’indicibile. Sappiano tutti che Eitan non si addormenta se non gli tengo la mano”. Identità è una delle parole che più ricorrono nelle cronache. “In una delle sue visite ad Aya – scrive la Stampa – alla nonna del bambino è balzata all’occhio l’assenza della mezuzah sulla porta e di qualsivoglia simbolo ebraico in casa. La notizia dell’iscrizione del nipote a una scuola religiosa cattolica ha ulteriormente infastidito la famiglia lontana”. Intervistato dal Corriere, il presidente della Comunità ebraica di Milano Milo Hasbani commenta: “Condanniamo e giudichiamo gravissimo il sequestro di Eitan e ci sembra quasi assurdo dover dire che un buon ebreo può crescere ovunque, anche nel deserto”. Preoccupazione, da Hasbani, anche per i numerosi commenti negativi su Israele apparsi sui social network. Sulle pagine torinesi del Corriere le considerazioni del rabbino capo Ariel Di Porto: “Siamo sgomenti, non pensavamo si potesse arrivare a tanto”. Della vicenda si parla anche altrove. “Caso diplomatico, ma vergogna umana”, titola il Giornale. Per il Quotidiano Nazionale si è trattato di “un rapimento da 007”. 

“L’antisemitismo ancora serpeggia in Europa, è una miccia che va spenta”. Così Bergoglio in occasione della sua visita in Ungheria. Un monito messo in relazione con le politiche controverse, su questo e su molti altri temi, del Primo ministro Viktor Orban. Per Repubblica parole nette “nel cuore dell’Europa sovranista, teatro spesso di un cristianesimo tentato dalle chiusure”.

Visita al Portico d’Ottavia per Enrico Michetti, il candidato sindaco della coalizione di centrodestra intrattenutosi ieri con alcuni residenti. Una mossa, fa notare il Corriere nelle pagine romane, per provare a riparare “all’incidente della consigliera ex M5S Francesca Benevento, candidata nella sua lista civica, finita nella bufera per un post no vax nel quale tacciava il ministro della Salute Roberto Speranza di ‘ricevere ordini dall’élite finanziaria ebraica’”. La Verità invece attacca la sindaca Virginia Raggi, accusata di occuparsi del tema della Memoria “solo sotto elezioni”.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked

(13 settembre 2021)