Interfaith Forum, l’allarme di Draghi
“Antisemitismo in crescita”
La pervasività dell’estremismo religioso e del disprezzo del “diverso” avrebbe raggiunto, da tempo, una soglia di pericolo grave. È l’allarme lanciato da Bologna, nell’ambito dell’Interfaith Forum conclusosi ieri, dal Primo ministro Mario Draghi.
“Lo abbiamo visto – le sue parole – nei terribili attentati rivendicati da organizzazioni come l’Isis. Negli atti terroristici compiuti in nome del suprematismo bianco o cristiano. E nelle manifestazioni di antisemitismo, un fenomeno in preoccupante crescita. In alcuni casi, particolarmente odiosi, nei luoghi di culto”. Una riflessione che si riallaccia a uno dei temi portanti del G20 delle religioni coordinato dallo storico Alberto Melloni: la realizzazione di uno studio che farà memoria di tutti gli attentati a sfondo religioso compiuti nel mondo negli ultimi 40 anni. Punto di partenza di questo percorso di approfondimento annunciato nel corso della serata inaugurale e di prossima elaborazione l’attacco palestinese al Tempio Maggiore di Roma nel quale, il 9 ottobre del 1982, restò ucciso il piccolo Stefano Gaj Taché. Una scelta forte e simbolica nel ricordo di una ferita di cui l’Italia non sembra avere, ancora oggi, una piena e autentica consapevolezza.
Tra i relatori della sessione conclusiva anche il rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni, il cui intervento ha messo al centro ruolo e potenzialità delle religioni nella società contemporanea.
“Le religioni – ha detto il rav – devono avere prima di tutto un ruolo critico, nel senso che devono partecipare al dibattito culturale e politico, dire quando le cose non vanno bene e quali diritti vanno difesi, promuovere la cultura della vita, in opposizione della morte”. Oltre al ruolo della critica, ha poi aggiunto, “è necessaria una funzione profetica che dobbiamo riscoprire: dobbiamo avere qualcosa da dire al mondo per renderlo migliore”.