Al Memoriale della Shoah di Milano,
la raccolta nel segno della solidarietà

Vestiti, biancheria intima, giocattoli, coperte, prodotti per l’igiene personale, cibo a lunga conservazione. Davanti al Memoriale della Shoah di Milano ha preso il via nelle scorse ore la raccolta di beni di prima necessità per i profughi afghani e per i senza fissa dimora promossa dalla Comunità ebraica della città, in collaborazione con i City Angels, il volontariato Federica Sharon Biazzi, i movimenti giovanili Hashomer Hatzair e Bené Akiva. E l’adesione dei cittadini è stata da subito straordinaria, racconta il presidente della Comunità ebraica di Milano Milo Hasbani. “Dopo mezz’ora dall’inizio della raccolta abbiamo già caricato cinque furgoni. La dimostrazione di una solidarietà diffusa e di una risposta immediata di Milano. Come Comunità ebraica abbiamo sempre accolto tutte le richieste d’aiuto e costruito nel tempo una collaborazione consolidata con Mario Furlan e i suoi City Angels, che ringraziamo. I nostri ragazzi di Hashomer Hatzair e Bené Akiva stanno smistando i beni raccolti, che vengono poi caricati sui furgoni del volontariato Federica Sharon Biazzi e dei City Angels”. L’auspicio è che le persone continuino a portare i beni di prima necessità – la raccolta chiude alle 18.00 -, che verrano poi distribuite sia ai profughi afghani sia ai senzatetto di Milano. “È una iniziativa significativa, in cui dimostrare la propria sensibilità per le esigenze della società. – riflette Roberto Jarach, presidente del Memoriale della Shoah – Il piazzale antistante il Memoriale si presta benissimo per organizzare questa raccolta e noi siamo felici di dare il nostro sostegno logistico. Speriamo di vedere molte persone arrivare qui oggi”.
Oltre alla raccolta odierna, la Comunità ebraica di Milano è anche coinvolta in un progetto di accoglienza di una famiglia di profughi afghani. “Economicamente l’iniziativa è sostenuta da diverse associazioni ebraiche internazionali. – spiega Hasbani – Noi ci occuperemo di un altro aspetto: aiutare la famiglia nel pieno inserimento nella società. E quindi ad imparare l’italiano, a inserirsi a scuola, ad ottenere i diversi documenti necessari per vivere e risiedere a Milano. E abbiamo già parlato con l’Associazione medica ebraica per eventuali visite”. La famiglia è stata individuata, spiega Hasbani, ma si attende il via libera delle autorità legata a iter procedurali e al completamento della quarantena sanitaria.