Qui Casale – La cucina della Memoria

In un settembre monferrino ricchissimo di eventi enogastronomici non poteva mancare il contributo della Comunità ebraica locale, che nelle scorse ore ha ospitato la presentazione del libro “La Cucina della Memoria – Ricette Giudaico Monferrine raccolte dai ricettari di famiglia”.
Centocinquanta pagine edite da Salomone Belforte, oltre un centinaio di piatti trascritti con dovizia da quadernetti trasmessi da una generazione all’altra. È il racconto di un mondo che ovviamente non è solo quello del gusto perché, se già ogni piatto su una tavola italiana narra una lunga storia di mamme e nonne, le ricette delle famiglie ebraiche partono da più lontano. “Ogni volta che gli ebrei arrivano su un territorio uniscono la loro tradizione agli alimenti che trovano in quel luogo” spiega Elio Carmi, il presidente della Comunità ebraica casalese. Carmi racconta poi come molte delle regole della kasherut siano un modo per dirci che quello che mangiamo non è una risorsa inesauribile, ma il frutto di un equilibrio della natura a cui dobbiamo rispetto. Anche per questo il libro raccoglie, oltre alle ricette, i menù delle festività ebraiche, la spiegazione di cosa è kasher, i piccoli aneddoti e curiosità che le legano al mondo giudaico-monferrino.
Per i casalesi c’è infatti un valore aggiunto: Nonna Nella, Nonna Giuditta, Nonna Gioconda che firmano le ricette, sono personaggi di cui si parla ancora oggi in città e non solo in Comunità, magari ricordando il Salame d’Oca leggendario che si produceva da queste parti. Tra questi personaggi c’è Adriana Ottolenghi, consigliere della Comunità, che firma numerose ricette del libro: “Penso che ciascuno di noi abbia ricordi di sapori e profumi legati indissolubilmente ai piatti della propria giovinezza. Per me è la minestra di patate che faceva mia nonna, o il suo riso e spinaci. Ho riprovato a rifarli mille volte con mille variazioni, ma non sono mai riuscita a ritrovare il sapore esatto”. Alcuni piatti non sono per nulla diversi dalla loro controparte piemontese: la bagna cauda e il bunet sono identici. Altri hanno curiose variazioni esotiche di spezie, agrumi, uvetta, altri hanno fatto giri tortuosi esattamente come quelli compiuti da tanti ebrei in tutto il mondo. “Questa ricetta l’ho imparata da una signora aschenazita negli Usa” rivela Ottolenghi ricordando il suo periodo oltreoceano. Alla fine comunque non si limita a parlare di cibo: una gustosa merenda rende a tutti chiaro il concetto di queste contaminazioni.
Il cibo sarà protagonista anche la prossima settimana alla Comunità ebraica di Casale: si celebra infatti Sukkot, la festa delle capanne. Un momento legato al lavoro agricolo dei campi che diventa spesso un’occasione per condividere prelibatezze.

Alberto Angelino

(20 settembre 2021)