Yad Vashem, un podestà tra i Giusti
“Una sola persona può fare la differenza”

Il ruolo gli avrebbe imposto una stretta osservanza dei diktat fascisti. Ma Angelo Giacomo Carlo Moro, podestà di Acqui Terme al tempo delle persecuzioni, scelse di rispondere a un’altra legge: quella dell’umanità. Esponendosi a un grande rischio personale, si prodigò per salvare da quel destino di morte rav Adolfo Salvatore Ancona, rabbino capo di Alessandria, Asti e Acqui per oltre mezzo secolo, e il nipote Giorgio Riccardo Polacco. Un’azione coraggiosa e disinteressa. L’azione di un “Giusto”.
Numerose autorità – civili, religiose e militari – hanno partecipato alla cerimonia di conferimento dell’onorificenza attribuita in sua memoria dallo Yad Vashem, avvenuta nel Comune piemontese di Cartosio di cui era originario.
Tra i partecipanti prefetto e vice prefetto di Alessandria, comandanti dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, il questore, rappresentanti della Regione Piemonte e del Consiglio regionale, il vicario del vescovo di Acqui e vari sindaci del territorio. Per la Comunità ebraica di Torino è intervenuta invece la vicepresidente Alda Guastalla, che ha anche dato lettura di un messaggio del presidente Dario Disegni. Messaggi sono inoltre giunti dal rav Giuseppe Momigliano, rabbino capo di Genova, e da rav Ariel Di Porto, rabbino capo di Torino. L’ambasciata d’Israele era infine rappresentata dal ministro per gli Affari economici e scientifici Raphael Singer.
“Come tutti gli altri Giusti – le sue parole – Angelo Giacomo Carlo Moro aveva compreso di poter fare una scelta. Ha mostrato a tutti noi che anche una sola persona può fare la differenza”.
L’intera vicenda è stata riportata alla luce in un libro di recente uscita, “Il Vescovo degli Ebrei”, scritto da Meir Polacco (il figlio di Giorgio Riccardo) e dalla moglie Paola Fargion.

(23 settembre 2021)