European Heritage Awards,
la mostra sul Simonino
e l’antisemitismo
si aggiudica il Grand Prix

Un allestimento esemplare, in grado di stimolare “la riflessione critica sulla costruzione di un ‘altro’ ostile; la diffusione di comportamenti intolleranti alimentati da pregiudizi e stereotipi; il potere della propaganda e delle fake news”.
Agli European Heritage Awards, massima onorificenza europea nel settore, vittoria del Grand Prix per il Museo Diocesano Tridentino e la mostra “L’invenzione del colpevole” basata sul caso di Simonino da Trento, l’infame accusa di omicidio rituale nei confronti di alcune famiglie ebraiche locali e il macabro culto antisemita celebrato, da allora e per quasi cinque secoli, dalla Chiesa cattolica.
La fine del culto, si ricorda nel percorso storico tracciato sotto la guida della direttrice del Museo Domenica Primerano con Domizio Cattoi, Lorenza Liandru e Valentina Perini, è molto recente. Risale infatti al 1965, l’anno in cui prese avvio una diversa consapevolezza sul caso e su tutte le sue implicazioni. Merito dell’azione di monsignor Iginio Rogger, primo artefice di una revisione avvenuta anche su spinta dell’insegnante ebrea triestina Gemma Volli. Un momento di svolta decisivo.
“L’applicazione di un’imparziale coscienza critica all’ampia documentazione su cui si fondò l’accusa nei confronti degli ebrei – rifletteva Primerano in un suo saggio di presentazione della mostra – portò a cogliere la reale configurazione dei fatti, facendo riemergere la verità storica. Una ‘verità’ che impone a tutti noi una responsabile riflessione circa le terribili conseguenze che pregiudizi, stereotipi, meccanismi di esclusione del ‘diverso’ comportarono e comportano tuttora”. La storia, questa storia, ci consegna pertanto “un severo monito che sarebbe colpevole ignorare”.
Una sfida raccolta e vinta dal Museo. Nelle motivazioni del premio si parla di progetto di “grande rilevanza per il mondo contemporaneo”. Una mostra che è anche “un processo in corso e che continuerà”.
Bene lo ricordava su queste pagine Massimo Giuliani: “Correggere un errore religioso e un pregiudizio dettato da ignoranza è possibile, persino cambiare una tradizione sbagliata che dura da secoli. Ci vuole il coraggio della verità, senso critico e ragion storica. Ma è possibile”.
(24 settembre 2021)