Catalogazione libri ebraici italiani, un patrimonio a disposizione di tutti
Si intitola “I-Tal-Ya Books” l’innovativo progetto frutto della collaborazione tra Unione delle Comunità Ebraiche in Italia (UCEI), Biblioteca Nazionale Centrale di Roma (BNCR) e Biblioteca Nazionale d’Israele (NLI) di Gerusalemme per creare, per la prima volta in assoluto, un catalogo unificato di tutti i libri ebraici in Italia. L’iniziativa “I-Tal-Ya Books”, resa possibile grazie al sostegno della Fondazione Rothschild Hanadiv Europe, si propone di catalogare 35.000 volumi provenienti da 14 comunità ebraiche in Italia e 25 istituzioni statali. Una prima fase si è appena conclusa, con la catalogazione dei primi 5mila volumi, come ha spiegato in queste ore Gloria Arbib, referente UCEI del progetto, presentando “I-Tal-Ya Books” al pubblico della Festa del Libro ebraico di Ferrara. Sotto la Sukkah del Museo nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah (Meis), i diversi partner hanno ricordato l’importanza e l’unicità di un’iniziativa ambiziosa che vuole mettere a disposizione di studiosi di tutto il mondo il patrimonio librario dell’Italia ebraica.
“È un progetto in cui abbiamo creduto fin dal primo giorno, impegnativo e importante: un progetto di restauro, catalogazione, valorizzazione e condivisione mondiale di un antico patrimonio ebraico italiano il cui valore è immenso”, le parole in apertura della Presidente UCEI Noemi Di Segni. “Questo patrimonio non ha precedenti in tutto il mondo e il nostro obiettivo – ha evidenziato Di Segni – è quello di renderlo disponibile a tutti gli accademici e a coloro che apprezzeranno questo sapere millenario, centenario come per la stampa, che abbiamo reso disponibile in tutto il mondo in passato, come continueremo a fare nel presente e nel futuro”.
Nel 2018, ha ricordato Arbib, il gruppo di lavoro si è riunito e ha posto le basi organizzative per iniziare la catalogazione. Inizialmente si è deciso di svolgere una fase pilota concentrandosi su duemila volumi presenti in alcune biblioteche a Roma, Milano, Torino e Genova. Volumi che sono consultabili sulla Teca, il portale della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, e sono progressivamente aumentati grazie al lavoro dei catalogatori, proseguito anche nel difficile periodo della pandemia. “Questo progetto è un perfetto esempio di lavoro di squadra: le forti connessioni e la fiducia reciproca instaurate tra le tre istituzioni partner all’inizio del progetto nel 2018 e nel 2019 ci hanno permesso di continuare con la sua implementazione durante quest’ultimo anno difficile. – ha affermato Oren Weinberg, Direttore National Library of Israel, il cui intervento, come quello degli altri relatori, è stato tradotto dalle tirocinanti della SSLMIT Università di Trieste che collaborano con la redazione di Pagine Ebraiche.- Sono sicuro che gli ottimi rapporti instaurati tra l’ufficio catalogazione della Biblioteca d’Israele e i team di catalogazione e tecnici in Italia ci consentiranno di portare avanti con successo questo progetto che si espande accogliendo molte altre collezioni di comunità e istituzioni di tutta Italia”.
A parlare della genesi dell’iniziativa, Sally Berkovic, amministratore delegato Rothschild Foundation Hanadiv Europe, che ha ricordato il momento in cui ha ricevuto la richiesta di sostenere I-Tal-Ya Books. “Il modulo di richiesta spiegava che manoscritti, incunaboli e libri antichi sono una testimonianza importante della vita ebraica in Italia e per lo sviluppo di libri e stampe ebraiche in Europa. Ci sono molte collezioni non catalogate di libri antichi relativamente rari – ha dichiarato Berkovic – e questo progetto aiuterà a salvaguardare ciò che rimane del ricco patrimonio dei libri ebraici italiani, dopo secoli di furti e danni prima da parte della Chiesa e poi dai nazisti. Perciò eccoci, 3/4 anni dopo, l’avete resa una realtà: creare questo importante catalogo con migliaia di voci. E sono lieta che siamo riusciti ad aiutare, sia fornendo fondi sia realizzando lo shiddukh, l’abbinamento della Biblioteca nazionale di Israele e l’UCEI, che è stato incredibilmente proficuo”.
Quanto possa offrire il patrimonio dei volumi ebraici italiani è stato raccontato dalle presentazioni del curatore della Judaica collection della Biblioteca Nazionale di Israele Yoel Finkelman e di Francesca Bregoli, professore Associato di Storia. Finkelman ha portato diversi esempi tra cui la Bibbia ebraica stampata a Soncino nel 1488. “Ci si potrebbe aspettare che la Bibbia ebraica sia stato il primo libro ad essere stampato, ma in realtà gli stampatori erano un po’ titubanti a causa del presentimento che la tecnologia non fosse ancora abbastanza affidabile per ottenere il risultato auspicato. – ha spiegato Finkelman – Quindi, ci è voluto del tempo prima che i tipografi prendessero abbastanza confidenza con la tecnologia per lavorare con la stampa. Questo è un volume del 1488 stampato dalla famiglia Soncino, una delle più importanti famiglie ebraiche di stampatori della storia, sicuramente del XV secolo”.
Rispetto alla Teca, il portale dove i volumi sono consultabili, a Chiara Camarda, catalogatrice dell’I-Tal-Ya Books Project, è stato affidato il compito di raccontare le modalità seguite per la catalogazione.