Felice Israel (1951-2021)
Autorità nel campo delle lingue semitiche, Felice Israel è stato un intellettuale eclettico e dalla forte personalità.
Capace di affascinare il pubblico sia nelle aule universitarie dell’Università di Genova dove insegnava “ufficialmente” che ai tavoli del Caffè San Marco, storica istituzione della sua Trieste, dove poteva capitare di incontrarlo mentre, in modo più informale, impartiva lezioni di ebraico biblico.
Al centro della sua attività di ricerca e didattica lo studio comparato dell’aramaico e del paleoebraico, quello dei processi di grammaticalizzazione del sostantivo asar nell’ebraico biblico e nell’accadico, l’approfondimento del problema della lingua poetica dei Semiti nordoccidentali.
“Un intellettuale brillante, una persona dalla forte umanità” il ricordo del neuroscienziato Alessandro Treves. “Era capace di intrattenere lezioni su temi davvero complessi, frutto di studi generosi e appassionati. Ascoltarlo parlare era suggestivo. Non ci si stancava mai di sentirlo viaggiare in mondi così lontani che aveva il dono di rendere chiari, vivi e sempre stimolanti. Per chi gli è stato al fianco, un grande privilegio”.
A rendergli omaggio anche il biblista e pastore Daniele Garrone, che su Riforma ha ricordato gli anni di insegnamento alla Facoltà valdese di Teologia. Un periodo destinato a lasciare un segno significativo. “Non mancava mai, a ogni nostro incontro e nelle nostre frequenti telefonate, di dire: ‘Come vanno le cose in Facoltà? Ci sono novità?’ e di chiedere notizie di persone, un tempo suoi ‘commilitoni’ o anche allievi. Erano per lui parte di un tempo che voleva continuamente rinvangare, sollecitandone il racconto. E di un mondo – ha scritto – in cui si era trovato a casa e che ora avverte il vuoto della sua presenza”.
Felice Israel riposa da qualche giorno nel cimitero ebraico di Trieste.
Sia il suo ricordo di benedizione.
(26 settembre 2021)